Volete creare una camera ottica (camera obscura o camera oscura) per proiettiare il paesaggio esterno sulle pareti della vostra camera? Il procedimento non è cosi difficile. Si tratta di una esperienza di ottica di facile realizzazione, ma che lascia a bocca aperta. Per realizzare una camera ottica in una stanza dovete oscurare la fonte di luce e ritagliare un piccolo foro, dal quale verrà proiettato, in maniera ribaltata, l’immagine di ciò che avviene all’esterno.
Come funziona una Camera Oscura
La “camera obscura“ si basa sul principio che i raggi luminosi provenienti da un oggetto fortemente illuminato, passando per una piccola apertura, si incrociano e proiettandosi su un piano, formano un’immagine rovesciata e invertita dell’oggetto in questione.
La nostra vista funziona secondo lo stesso principio fisico: il bulbo oculare è la nostra camera oscura, la pupilla il nostro piccolo foro, la retina la parete posteriore sulla quale viene proiettata l’immagine. L’immagine è in un primo momento sfocata, perciò la natura ha sviluppato nel corso dell’evoluzione il cristallino, una lente flessibile situata dietro la pupilla che concentra la luce. Anche nell’uomo i segnali ottici arrivano alla retina invertiti e posti in maniera corretta dal nostro cervello. Il principio della camera obscura è alla base della fotografia ed è precorritrice della fotocamera. È per questo motivo che gli apparecchi fotografici vengono ancora oggi chiamati “camere”. La camera ottica è l’antenata delle fotocamere. Nelle fotocamere reali, il foro viene sostituito da un obiettivo, corredato di dispositivi per il controllo dell’apertura e della messa a fuoco. L’immagine che entra attraverso l’obiettivo viene proiettata sul piano, dove è collocata la pellicola fotografica, nel caso di fotografia analogica, o il sensore, nel caso di fotografia digitale. Il principio della camera ottica, attraverso l’uso di specchi concavi e lenti, era stato usato in passato da pittori come Caravaggio, Van Dyck, Vermeer, Memling, Raffaello, Giorgione, Lotto, Velazques e molti altri, per proiettare le immagini sulla tela, per poi seguirne le linee con pennelli e colori. Alcuni fotografi attuali utilizzano questo antico principio nel loro lavoro fotografico. Come esempio citiamo il lavoro del fotografo cubano Abelardo Morell, che trasforma le camere in camere ottiche per poi fotografarne il risultato (vedi immagini in basso).
L’immagine proiettata occupa la superficie del muro delle camere, mescolandosi con i mobili e gli oggetti della stanza. La macchina fotografica registra questa proiezione attraverso esposizioni che vanno dalle cinque alle dieci ore. Il fotografo Richard Learoyd, invece usa uno studio composto da due stanze diverse, in una viene posto il soggetto (oggetto o persona), e nell’altra parte dove è costruita una camera ottica, viene posto un enorme pezzo di carta fotografica sensibile in cui viene catturata l’immagine capovolta, attraverso delle larghissime esposizioni. Il risultato è un’unica fotografia positiva (vedi immagine in basso).
Come procedere per creare una camera obscura nella nostra stanza?
Avremmo bisogno di scotch isolante nero e della plastica nera spessa o di un altro materiale per bloccare tutte le fonti di luce delle finestre. Useremo, inoltre della carta stagnola per creare con maggiore precisione il nostro foro stenopeico. Una volta resa oscura tutta la stanza, procediamo nel creare un foro di alcuni cm nella plastica, sul quale andremo a fissare il foglio di alluminio dove precedentemente abbiamo inciso un foro stenopeico, in pratica un semplice foro posizionato al centro della carta stagnola.
Usare la carta stagnola ci consentirà di cambiare a nostro piacimento il diametro del foro, senza rovinare il resto del lavoro che abbiamo effettuato per rendere oscura la camera. Infatti, se abbiamo bisogno di un buco più grande attaccheremo un nuova carta stagnola, precedentemente forata, al posto della precedente. Inoltre, con la carta stagnola possiamo essere più precisi nella misura e nella forma del nostro foro. Bisogna tenere conto che un buco troppo piccolo lascia la stanza troppo buia, mentre un foro troppo grande riduce la nitidezza dell’immagine, ovvero la quantità di dettagli. Nel complesso, minore è il buco, maggiore è il dettaglio dell’immagine. Ma con un buco troppo piccolo è più facile ottenere una rifrazione nei bordi.
La dimensione del foro dipende da molte variabili, come la posizione, la stagione, il tempo e l’ora del giorno. Il diametro del foro sara’ pertanto molto più grande delle dimensioni che utilizzeremmo seguendo le normali formule indicate per la costruzione di un normale foro stenopeico per una pinhole camera. Ricordatevi di lasciare, inoltre, che gli occhi si abituino per almeno 10 minuti all’oscurità per apprezzare appieno il risultato.
Usando lenti convergenti
L’effetto si apprezza maggiormente in nitidezza se anziché usare solo un foro stenopeico ci avvaliamo dell’uso di lenti convergenti.
Per questo abbiamo bisogno di una lente convergente, della focale all’incirca pari alla distanza che c’è fra la finestra e la parete opposta. La lente può essere acquistata da un ottico. A differenza di tutti gli altri settori dell’ottica, coloro che lavorano con gli occhiali preferiscono misurare le lenti in termini di diottrie e non di focale. Questa semplice formula vi permette di passare dalla focale alle diottrie: D = 1/F. Esistono, inoltre, delle lenti già in commercio come Bonfoton Camera Obscura Room Lens. Si tratta di una piccola lente che aiuta facilmente a proiettare dall’esterno all’interno di una qualsiasi camera, in vendita per soli 27 euro.
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