In fotografia, gli spazi di colore, le modalità dei colori, i gamut e i profili di colore sono concetti distinti, ma correlati, che influenzano la rappresentazione, la manipolazione e la resa dei colori in un’immagine. Questi termini vengono spesso sovrapposti e usati non correttamente. In questo articolo esploreremo cosa significano e perché sono così essenziali nel mondo dei media digitali.
Cos’è un modello di colore (Color Mode)?
Il modello di colore è una rappresentazione matematica dei colori utilizzati per descrivere e definire come vengono generati e visualizzati i diversi colori. Le modalità di colori influenzano come i colori vengono rappresentati e gestiti nell’elaborazione e nella visualizzazione delle immagini. La scelta della modalità di colori dipende dalle esigenze specifiche del progetto fotografico o grafico.
I due modelli di colore più comuni sono:
- RGB (Red, Green, Blue) utilizzato nella visualizzazione su schermi digitali
- CMYK (Cyan, Magenta, Yellow e Black) utilizzato nella stampa.
Il metodo di colore RGB di Photoshop assegna un valore di intensità a ogni pixel. Nelle immagini a 8 bit per canale i valori di intensità sono compresi tra 0 (nero) e 255 (bianco) per ogni componente RGB (rosso, verde, blu) di un’immagine a colori. Con il metodo CMYK, a ogni pixel viene assegnato un valore percentuale per ognuno degli inchiostri di quadricromia. Nelle immagini CMYK il bianco puro si ottiene assegnando il valore 0% a tutte e quattro le componenti.
Altre modalità di colori comuni in fotografia:
- la Scala di Grigi, utilizzata per convertire le immagini a colori in bianco e nero
- la Modalità LAB che divide i colori in tre componenti: L* per la luminosità, a* per la scala di colori da verde a magenta e b* per la scala di colori da blu a giallo, utilizzata nella calibrazione del colore e nella correzione del colore
- la Modalità Index Color che utilizza una tavolozza di colori predefinita e assegna a ciascun pixel un valore da un indice di questa tavolozza.
Modelli di colore additivo o sottrattivo
I modelli di colore possono essere classificati in modelli di tipo additivo o sottrattivo, a seconda di come combinano i colori primari per creare altri colori.
I supporti retro illuminati (come per esempio i monitor) usano il modello di colore RGB, che segue una modalità di sintesi additiva. Ovvero i tre colori R (red, rosso), G (green, verde), B (blue, blu), si sommano in egual misura al fine di realizzare il bianco puro.
Nel metodo sottrattivo, invece, il modo in cui le tinte applicate su un supporto generano la percezione del colore è detto sintesi sottrattiva, in quanto il colore che vediamo è ciò che rimane nello spettro dopo che i pigmenti ne hanno sottratto una parte. Il colore del pigmento quindi è determinato dalle radiazioni sottratte alla luce bianca. Nel modello CMYK i pigmenti puri di cyan (C), magenta (M) e giallo (Y) dovrebbero combinarsi per assorbire tutto il colore e produrre il nero. In realtà tutti gli inchiostri per la stampa non producono un colore nero puro, ma piuttosto un colore simile al marrone scuro. Per ottenere un nero puro vengono, pertanto, combinati con un inchiostro nero(K).
Vedo i colori diversi a seconda del dispositivo
Ti sei mai chiesto perché i colori appaiono in modo diverso su vari dispositivi come il monitor del tuo computer, lo smartphone o anche sulla stampa cartacea? La risposta a questo interrogativo sta nella gamma di colori del tuo dispositivo e nel tipo di spazio colore utilizzato. Comprendere la gamma cromatica e lo spazio colore è importante per grafici, fotografi, operatori video e chiunque lavori con immagini digitali.
Cos’è uno spazio colore
Uno spazio di colori (spazio colore o color space) è un sistema matematico che definisce un insieme di colori possibili in modo numerico. Uno spazio colore descrive, quindi, una gamma specifica, misurabile e fissa di possibili colori e valori di luminanza. Questo sistema permette di rappresentare e comunicare i colori in un modo standardizzato, garantendo che le immagini e i dispositivi di visualizzazione siano in grado di interpretare i colori in modo coerente.
Quali spazi di colore usare in fotografia?
In generale lo spazio di colore più adatto è quello che meglio risponde alle singole esigenze, tenendo in conto che non tutte le fotografie hanno le stesse caratteristiche. I tre spazi di colore utilizzati in fotografia sono: sRGB, Adobe RGB e ProPhoto.
Spazio di colore della fotocamera
Nella fase di cattura possiamo settore la nostra fotocamera sullo spazio sRGB o Adobe RGB. Questa scelta è necessaria solo se stiamo scattando in JPG. Se scattiamo in Raw lo spazio di colore non viene gestito. Se scatti in formato RAW, lo spazio colore infame di scatto, è infatti, irrilevante, perché finché non apri la foto in un programma di editing non ne avrà uno assegnato.
In generale, ti consiglio di scattare le tue foto in formato RAW e con lo spazio Adobe RGB selezionato nel caso in cui scattassi le tue foto in JPEG. Tieni presente che puoi sempre convertire le tue foto da uno spazio colore più grande a uno più piccolo in un programma di editing. Tuttavia, non potrai fare il contrario. Quindi è meglio avere la tua foto con quante più informazioni possibili, anche se con le limitazioni di un JPEG.
Spazio di colore per la modifica e esportazione
Esistono, pertanto, due fasi essenziali in cui è necessario scegliere uno spazio colore: elaborazione ed esportazione. Per capire meglio quale spazio utilizzare in queste due fasi, vediamo prima le caratteristiche di ogni spazio colore.
sRGB
sRGB è uno spazio colore RGB standard (rosso, verde, blu) che HP e Microsoft hanno creato in collaborazione nel 1996 per essere utilizzato su monitor, stampanti e sul World Wide Web. Successivamente è stato standardizzato dalla Commissione Elettrotecnica Internazionale (IEC) come IEC 61966-2-1:1999.
sRGB è lo spazio colore standard attualmente definito per il Web e di solito è lo spazio migliore da scegliere per la visualizzazione di immagini che non hanno un profilo colore incorporato.
Adobe RGB
Lo spazio colore Adobe RGB è uno spazio colore RGB sviluppato da Adobe Systems nel 1998. Questo spazio di colore offre una gamma molto più ampia di colori rispetto a sRGB ed è spesso scelto da fotografi e professionisti del design grafico. È una buona scelta se prevedi di stampare le tue foto o se hai bisogno di una precisione dei colori superiore per il lavoro di ritocco. D’altro canto, se usi le immagini per Internet in questo profilo di spazio colore otterrai dei colori più spenti.
ProPhoto
Questo spazio colore potrebbe essere una buona opzione come area di lavoro, ma non come spazio di colore per l’esportazione del file. Uno degli svantaggi di questo spazio colore è che circa il 13% dei colori rappresentabili sono colori immaginari che non esistono e non sono colori visibili. Il miglior vantaggio di lavorare in ProPhoto RGB è quello di mantenere tutti i dati e con una possibilità futura di visualizzare questi colori nei display in futuro. Tuttavia, con i monitor odierni che non arrivano a coprire l’intero Gamut risulta difficile lavorare in questo spazio nella modifica dei colori. Inoltre se lavoriamo in ProPhoto dobbiamo prestare molta attenzione a non mandare file nel web o per la stampa in questo spazio. Verrebbero visualizzati erroneamente o stampati erroneamente.
Qual è il migliore spazio colore per la fotografia?
In generale lo spazio di colore più adatto è quello che meglio risponde alle singole esigenze, tenendo in conto che non tutte le fotografie hanno le stesse caratteristiche.
Se lavori principalmente con foto e il tuo risultato finale saranno stampe cartacee, AdobeRGB potrebbe essere la scelta migliore nel tuo flusso di lavoro. Se il tuo output è un album online o condiviso su Facebook, ti consigliamo di modificare le tue foto nella gamma di colori AdobeRGB per mantenere la maggior parte dei colori, quindi convertirle in sRGB prima di pubblicarle online.
Cos’è una gamma di colori (gamut)?
Lo spazio colore e la gamma cromatica sono due elementi cruciali della moderna teoria dei colori. Ma possono creare confusione poiché a volte vengono usati in modo intercambiabile. Tuttavia, sebbene siano correlati, non sono esattamente la stessa cosa. Mentre lo spazio colore definisce i colori in un sottoinsieme specifico di un modello di colore, la gamma di colori è la gamma di colori supportata da un dispositivo. Pertanto un dispositivo può supportare uno o più spazi colore, ma la sua gamma colore potrebbe non essere necessariamente la stessa della gamma degli spazi colore da esso supportati. Ad esempio, il tuo monitor potrebbe supportare lo spazio colore Adobe RGB, ma la sua gamma di colori nativa potrebbe coprire solo una parte di questo spazio colori.
Un aspetto molto importante delle gamme di colori è che sono tridimensionali. Quando descriviamo un colore, solitamente è costituito da tre componenti: tonalità, saturazione e luminosità e la gamma cromatica è una raccolta di colori. Tuttavia, tracciare un grafico tridimensionale non è semplice, quindi per convenzione si vengono utilizzati grafici bidimensionali per rappresentare una gamma di colori.
Cosa sono i profili di colore ICC?
Nella gestione del colore, un profilo ICC è un insieme di dati che caratterizza un dispositivo di input o output del colore, o uno spazio colore, secondo gli standard promulgati dall’International Color Consortium (ICC). I profili descrivono gli attributi di colore di un particolare dispositivo o requisito di visualizzazione definendo una mappatura tra lo spazio colore di origine o destinazione del dispositivo e uno spazio di connessione del profilo. A ogni dispositivo che visualizza il colore può essere assegnata una serie di profili e questi profili definiscono la gamma cromatica che verrà visualizzata da questi dispositivi. I profili di colore vengono utilizzati per garantire che i colori vengano visualizzati o stampati in modo coerente e accurato tra dispositivi diversi. Ciò è particolarmente importante in settori come la fotografia, la grafica, la stampa e la produzione cinematografica, dove la fedeltà dei colori è essenziale.
Flusso di lavoro per la gestione corretta del colore
La luce ambientale può modificare l’atmosfera delle foto. Pertanto, dobbiamo prima occuparci di una corretta illuminazione per preservare i colori che vediamo sulla scena. Con l’uso di un esposimetro, i fotografi possono determinare le corrette impostazioni di apertura e velocità dell’otturatore in modo che le foto non siano sovra o sottoesposte. In alcuni tipi di fotografia dove il colore risulta essenziale ( vedi foto di oggetti pubblicitari), dobbiamo inserire un “riferimento” nella scena per sapere come ricreare i corretti colori (come un ColorChecker®).
In fase di post produzione è essenziale l’uso di monitor professionale fotografico per la gestione del colore e una corretta calibrazione dello stesso. Dopo aver calibrato correttamente il monitor con i target di calibrazione sopra indicati, verrà generato un profilo ICC del monitor.
Dopo che tutto il lavoro di editing è stato svolto, per assicurarci una stampa fotografica professionale, dovremmo assicuraci che il risultato finale sia coerente attraverso il cosiddetto soft-proofing. Il soft Proof è un semplice meccanismo software che ci permette di simulare nel monitor come la nostra fotografia si presenterà una volta stampata, sul formato della carta che abbiamo scelto.
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Questo articolo fa parte del corso gratuito online di fotografia dove troverete una grande raccolta di articoli per imparare la tecnica e la teoria fotografica, in modo tale da sfruttare le funzioni e le potenzialità della nostra macchina fotografica.
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