Sohei Nishino è una delle stelle nascenti della fotografia contemporanea giapponese.Scoperto nel 2008 dal curatore Michael Hoppen, Nishino è famoso per costruire straordinari diorami fotografici di dimensioni monumentali, che riscrivono le impressioni delle principali città del mondo.
La vita di Sohei Nishino
Nato a Hyogo, nel 1982, Nishino studia alla Osaka University of Arts, per poi diventare assistente del fotografo Hiromi Tsuchida. Selezionato come Excellence Award del Canon New Cosmos Photography Award nel 2005, ha partecipato a numerose mostre collettive, festival internazionali e mostre personali in tutto il mondo come la mostra Out of Focus alla Saatchi Gallery di Londra (2012), Contemporary Japanese Photography vol.10 al Tokyo Metropolitan Museum of Photography di Tokyo (2012), A Different Kind of Order: ICP Triennial dell’ICP di NY (2013). Recentemente è stato premiato come Newcomer’s Award per i Photographic Society of Japan Awards del 2013 ed è stato anche selezionato come uno degli artisti per il Foam Talent call 2013.
Lo stile fotografico di Sohei Nishino
Ispirato dal cartografo giapponese Ino Tadataka e dotato di una grandissima abilità di osservazione, Nishino costruisce straordinarie mappe che non intendono essere precise ricostruzioni geografiche, quato piuttosto perfette miscele di punti di riferimento e caratteristiche iconiche della memoria dell’artista.
Frutto di lunghi viaggi attraverso molte città, tra cui Osaka, sua città natale, Hiroshima, Kyoto, Tokyo, Hong Kong e Shanghai, New York, Parigi, Londra e la sua ultima creazione Istanbul, “Diorama Map” è una serie originale e interessante. Il fotografo giapponese assembla con maestria e pazienza la ricostruzione mnemonica delle sue impressioni attraverso un linguaggio fantastico. Nishino produce circa 6000-7000 immagini mentre attraversa ogni città. Sviluppa le pellicole nel suo studio, stampa le immagini nella camera oscura e con calma ritaglia ciascuno dei provini a mano, riponendoli come fossero un puzzle su una tavola bianca. In un processo che è quasi interamente analogico, il fotografo giapponese fa affidamento alla tecnologia per produrre l’immagine finale. Il collage viene, infatti, fotografato attraverso l’unione digitale di fotografie di nove primi piani, che vengono riuniti in Photoshop, per poi essere stampati. Nel montaggio meticoloso di questi photomaps, Nishino crea opere d’arte epiche che, nonostante raffigurino al loro interno molte iconografie familiari della modernità e della post-modernità, assomigliano alle carte medievali o rinascimentali delle attuali città moderne. Mappe dove tutto appare disarticolato, niente sembra in scala ed intere aree risultano mancanti o sembrano schiacciate e fuori proporzione. Così i due mondi apparentemente opposti della realtà e della visione artistica, interagiscono tra loro con un equilibrio preciso, che porta sempre una certa relazione, come se lo specchio della visione creativa rifletta ciò che l’equilibrio scientifico non è capace di cogliere.
La frase di Sohei Nishino
“Credo che la mia fotografia consista nel fissare ciò che la mia memoria ha assorbito e percepito dalla città”.
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