Gli scatti del grande fotografo americano Roger Ballen saranno esposti fino al 3 aprile nelle sale del Palazzo Mediceo di Seravezza in Versilia (provincia di Lucca), per l’ottava edizione di “Seravezza Fotografia”.
La manifestazione fotografica, organizzata da Fondazione Terre Medicee, Assessorato alla Cultura del Comune di Seravezza e FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), sotto la direzione artistica di Libero Musetti coniuga ogni anno grandi nomi della fotografia internazionale con il mondo amatoriale. Il ricco programma prevede 7 mostre, workshop, corsi di fotografia, incontri di cultura fotografica e lettura dei portfolio (per il programma completo della manifestazione clicca qui).
L’evento di quest’anno è l’esposizione dedicata a Roger Ballen. Le foto, tutte rigorosamente in bianco e nero, provengono dai quattro cicli “Outland” del 2001, “Shadow Chamber” 2005, “Boarding House” del 2009 e dal recente “Birds” del 2010. Artista dal percorso complesso ed eterogeneo, laureato in psicologia con una specializzazione in geologia, Roger Ballen riesce a far confluire nelle immagini i molteplici aspetti della sua formazione usando la macchina fotografica come strumento per scandagliare l’animo umano, alla continua ricerca del senso nell’apparente caos dell’esistenza.
L’arte del fotografo si spinge attraverso una continua ricerca comunicativa, includendo nelle immagini elementi scultorei, grafici e stratificati. Figlio di una famosa foto-editor dell’agenzia “Magnum Photos”, ha la possibilità di conoscere fin da bambino i più grandi nomi del panorama fotografico mondiale. Alla fine degli anni Sessanta documenta le proteste contro la guerra in Vietnam. Nello stesso periodo si trasferisce da New York a Berkeley dove frequenta l’Università della California, laureandosi in psicologia nel 1972. Nel 1981 abbandona definitivamente lo stile di vita americano e si trasferisce in Sudafrica.
Se in un primo momento il percorso artistico è legato ad un approccio documentaristico, col passare degli anni attraverso le sue immagini prevale un punto di vista decisamente soggettivo. Le sue foto sono dei veri e propri manifesti dove oggetti, soggetti e componenti grafiche si mescolano, esaltando nella comunione, il senso dell’immagine.
Scatti affascinanti, pieni di significati reconditi, mescolano animali ed esseri umani, pulizia e sporcizia, vivi ei morti, reale ed immaginario, nel segno di un personale linguaggio fotografico che ritrae l’ambiguo e il sorprendente.
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