Robert Mapplethorpe: la perfezione della forma

Quello che mi interessa nel lavoro sulle immagini pornografiche è che si tratta di un campo che in realtà non ha affrontato nessuno: sessualità esplicita vista con l’occhio dell’arte”…“Quando ho fatto foto sado-maso, immagini molto esasperate, la gente faceva delle cose vere, reali. Non c’era alcuna finzione teatrale. L’esperienza è più importante della foto in sé. Io non faccio foto, faccio parte dell’evento, in questo senso non mi considero un fotografo. La fotografia per me è uno strumento per fare un oggetto”.

Il corpo umano costituisce il principale oggetto della fotografia di Mapplethorpe. Attraverso un’opera carica di tensione sensuale, vitale e violenta, il fotografo americano scandalizza ma al tempo stesso affascina mediante la rappresentazione di un ideale di bellezza dal sapore classico e un bianco e nero morbido e raffinato. Nato nel Queens (New York) il 4 novembre del 1946 da una famiglia cattolica osservante di origini irlandesi, Robert è il terzo di sei fratelli.

Nel 1963 si iscrive al corso per pubblicitario del PrattInstitute di Brooklin, ma, dopo poco tempo, sospende gli studi e inizia a consumare diversi tipi di droghe. Nella primavera del 1967 conosce Patti Smith, all’epoca una giovane ragazza appena arrivata a New York, con la ferrea intenzione di diventare una poetessa, e se ne innamora. Va a vivere con Patti prima in un appartamento in Hall Street, e successivamente al Chelsea Hotel.

Riprende gli studi, più per attingere ad un prestito per studenti che per altre ragioni, e si iscrive ad arti grafiche. Diventa l’amante di Sam Wagstaff e grazie a questa relazione ottiene l’accesso agli ambienti della buona società e una certa stabilità economica. Il rapporto com Wagstaff è duraturo e i due rimangono insieme come amanti fino alla morte di Sam, per AIDS. Nel 1973 espone la prima mostra personale, “Polaroids,presso la Light Gallery di New York.

In questa prima fase della sua carriera Robert si concentra sui corpi e li studia nella loro fisicità e plasticità, proprio come facevano Michelangelo o Leonardo. Nel 1973 Robert acquista una Graflex 4×5 pollici con dorso Polaroid e nel 1975 gli viene regalata da Sam la prima Hasselblad.

La nuova macchina consente a Mapplethorpe il controllo della scena che stava cercando. Produce centinaia di capolavori che lo renderanno famoso, prima il controverso “The X portfolio”, una serie di fotografie sado maso, poi gli innumerevoli ritratti di personaggi famosi ed infine le nature morte. In queste immagini il fotografo oltrepassa deliberatamente il confine tra foto d’arte e foto destinata al mercato pornografico, adottando soggetti e temi tipici della “pornografia” nel contesto di immagini d’arte.

Coppie autentiche della scena gay di NY vengono ritratte in pratiche erotiche “estreme”. I sui scatti scrutano alla ricerca di una connotazione nuova ed inaspettata, che consenta di guardare oltre la provocazione dipendente dalle nostre convenzioni sociali. Le influenze di maestri come Man Ray e Von Gloeden sono fortissime anche se lo stile di Mapplethorpe rimane del tutto originale, capace di scavare con la luce, proprio come uno scultore con lo scalpello.

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