Ralph Gibson è uno dei più̀ celebri fotografi americani. Le sue immagini in un forte bianco e nero contrastato spesso incorporano frammenti con sfumature erotiche e misteriose, costruendo un significato narrativo attraverso la contestualizzazione e la giustapposizione surreale.
“Quando mi arruolai in marina, a diciassette anni, nel 1956, mi inviarono alla scuola di fotografia, ma inizialmente venni respinto. L’ufficiale incaricato accettò di riprendermi, a condizione che pulissi le latrine per sei settimane. Erano le latrine di seicento ragazzi. La scuola era dura, ma era la prima volta che decidevo di fare qualcosa, di essere qualcosa. Mi ricordo che una notte, nel mezzo di un temporale, mi misi a urlare che sarei diventato un fotografo!”
La vita di Ralph Gibson
Nato il 16 gennaio 1939 a Los Angeles, in California, cresce a Hollywood, dove il padre lavorava come assistente alla regia di Alfred Hitchcock. Il giovane Gibson ha modo di vedere all’opera lo stile d’illuminazione del periodo, caratterizzato da forti contrasti di bianco e nero, che marcherà decisamente il suo futuro stile fotografico. Dopo essersi diplomato al liceo nel 1956, Gibson si arruola nella Marina degli Stati Uniti, dove inizia la sua formazione come fotografo. Congedatosi nel 1960, s’iscrive al San Francisco Art Institute, ed entrato in contatto con Dorothea Lange, ne diventa assistente dal 1961 al 1962. Lavora, in seguito, come assistente anche del noto fotografo Robert Frank, per il quale gira, come cameraman, i film: Me and My Brother e Conversations in Vermont.
I primi progetti di fotografia di Ralph Gibson sono di natura documentaria e profondamente influenzati dal lavoro fotografico dei suoi mentori. L’approccio della fotografia del fotografo americano cambia radicalmente nel 1969, quando si trasferisce a New York City, dove apre uno studio fotografico e fonda la casa editrice Lustrum Press. Con la sua casa editrice pubblica Tulsa, nel 1971, di Larry Clark, che mostrava in immagini strazianti la dipendenza da anfetamine degli adolescenti e Passport, nel 1974, che segna un passaggio decisivo nella carriera della fotoreporter Mary Ellen Mark.
Il primo libro di Gibson è The Somnambulist, pubblicato nel 1970. In contrasto con lo stile documentario in cui la chiarezza delle informazioni è essenziale, il libro di Gibson appare come una misteriosa “sequenza onirica”. I due seguenti libri “Déjà Vu” e “Days at Sea” seguono nello stile il precedente e completano quella che viene definita la “trilogia nera”.
Negli anni ’80, Gibson ha continuato il suo approccio unico in Syntax (1983), L’Anonyme (1986) e Tropism (1987), questi ultimi due libri pubblicati da Aperture. Fino ad oggi Ralph Gibson ha prodotto oltre 40 monografie, i suoi progetti più recenti sono “State of the Axe“, pubblicato da Yale University Press nell’autunno del 2008 e “NUDE” di Taschen (2009). Le sue fotografie sono incluse in oltre centocinquanta collezioni museali in tutto il mondo e sono apparse in centinaia di mostre. Gibson ha ricevuto borse di studio dal National Endowment for the Arts (1973, 1975, 1986), una borsa Deutscher Akademischer Austauschdienst (DAAD 1977), una borsa di studio del Council of the Arts (CAPS) di New York (1977), e della Guggenheim Memorial Foundation (1985).
I suoi premi includono: Leica Medal of Excellence Award (1988), Premio “150 Years of Photography”, Photographic Society of Japan (1989), Grande Medaille de la Ville d’Arles (1994) e il Lucie Award (2008 ). Gibson ha anche ricevuto un dottorato onorario di Belle Arti dall’Università del Maryland (1991) e un secondo dottorato onorario dalla Ohio Wesleyan University (1998).
Lo stile delle foto di Ralph Gibson
Quando Ralph Gibson paga 4000 dollari per pubblicare il suo primo libro fotografico (The Somnambulist), doveva un affitto di nove mesi al Chelsea Hotel e aveva due delle sue tre fotocamere Leica in pegno. Poco dopo si troverà a dare conferenze ed esporre in diversi parti del mondo ed ad oggi è conosciuto come uno dei più importanti fotografi viventi. “The Somnambulist” rappresenta non soltanto un punto di svolta nella carriera del fotografo americano, ma anche una pagina a capo nella concezione del libro fotografico. Il libro rappresenta per Gibson il mezzo ideale per presentare le immagini, attraverso il controllo della giustapposizione e della sequenza delle stesse, lasciando libero lo spettatore di sviluppare una propria narrativa. Il suo stile, dal carattere fortemente surreale, taglia i soggetti e rompe con gli schemi, nonostante mantenga sempre un’estetica curata.
Chiedendo allo spettatore di partecipare al suo atto di creazione, immaginandone una narrativa, Gibson lo guida in un mondo onirico di possibilità. Fedele sempre alla sua Leica M-3 da 35 mm, utilizza pellicole Tri-X ad alta sensibilità in piena luce solare, che gli consentono di ottenere una grana e un contrasto particolare. Il fotografo americano si avvicina ai luoghi e alle persone unendo la sua visione del mondo ad un’attenzione costante per la composizione e le proporzioni delle immagini. Guardando le sue immagini sentiamo di poter quasi entrare nella scena e di poter toccare il soggetto. Nonostante le fotografie di Ralph Gibson catturino la realtà nella sua evidenza materiale, riescono sempre a trasformarla in qualcosa di perturbante, di enigmatico, suggerendo sfumature sensuali ed emozionali totalmente nuove.
Se volete vedere il lavoro di altri maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
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