Con una traiettoria iniziata negli anni 70, la fotografia di Rafael Navarro si impone come una delle linee più solide e coerenti della fotografia spagnola degli ultimi anni. Nato a Saragozza nel 1940, Navarro sviluppa una visione che si allontana dalla fotografia documentale e dalle tendenze di moda degli ultimi decenni, per costruire opere che ruotano intorno a tre tematiche: il nudo, il movimento e l’astrazione.
Il fotografo spagnolo è stato Presidente della Royal Photographic Society di Saragozza. Nel 1977 fonda insieme a Manuel Esclusa, Joan Fontcuberta e Pere Formiguera, il gruppo Alabern. Un anno dopo viene nominato rappresentante in Spagna del Consiglio latinoamericano di Fotografia e nel 1985 membro del Consiglio Consultivo della Fondazione Mirò di Barcellona.
Lo stile delle fotografie di Rafael Navarro
Con la serie Formas (1975) il fotografo spagnolo inizia un viaggio personale intorno al corpo e al nudo femminile, sviluppato successivamente nella serie Ellas (1987). Se inizialmente i suoi lavori sembrano animati da una carica erotica che lo avvicina ai grandi maestri della fotografia giapponese, con il tempo perdono la potenza sessuale a favore di una ricerca estetica. Ma è soprattutto con la serie Dipticos, tra il 1975 e il 1987, che Navarro dà vita ad un’opera centrale nello sviluppo del suo lavoro.
La serie, che viene proseguita nel 2000, mescola elementi della pittura, della fotografia e del cinema, trovando nel linguaggio astratto la linea guida verso la ricerca della perfezione. Rafael Navarro costruisce una mappa di un universo inesistente, senza avvalersi della tecnologia digitale. Attraverso la frammentazione e la ripetizione, i corpi femminili si trasformano in paesaggi, riuscendo a trasformare il conosciuto in misterioso e il quotidiano in infinito.
Le architetture si reinventano e tentano di fuggire dalle limitazioni fisiche e mentali. I frammenti di corpi, le ombre, i desideri, le storie, le avventure e i progetti, costituiscono una nuova geografia. Una mappa in cui texture e paesaggi corporali vengono declinati attraverso una visione mistica, attraverso un percorso di sentimenti privati, metamorfosi di corpi, da carne, a percezione poetica.
La citazione
“Per me la fotografia è un mezzo. Un mezzo che mi permette di parlare quando non trovo le parole. Con che cerco nel subconscio, in cerca dei sentimenti nascosti. Che mi permette di creare oggetti che contengono sottili valori intelligibili. Un mezzo che mi lascia respirare la libertà”….”Un artista deve essere sincero con se stesso e cercare di non farsi influenzare da moda e mercati”.
Per conoscere altri Fotografi contemporanei..
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