Procedimento Van Dyke: stampa fotografica alternativa

Il procedimento di stampa Van Dyke è un metodo fotografico tradizionale di impressione per contatto a base di ferro. Si tratta di un processo chimico di stampa relativamente semplice da realizzare e dai risultati stupefacenti.

fotografia stampa alternativa Van dyke
Foto di Ladislav Viszoczky

La storia del procedimento di stampa tradizionale Van Dyke

Il principio alla base del metodo Van Dyke è stato descritto da John Hershel, deriva, infatti, dai processi di stampa ferro-argento (argentotipi) inventati nel 1842. L’elaborazione del procedimento, tuttavia, inizia a partire del 1889 quando viene brevettata la Callitipia dal Dr. Nicol. Il principio del processo Van Dyke è simile alla Callitipia ed è considerato da molti come uno dei metodi di Callitipia. Questo metodo è, tuttavia, più semplice e più facile da eseguire, La formula del Van Dyke Brown viene patentata in Germania nel 1895 da Arndt e Troost. Questa tecnica alternativa analogica prende il nome dal pittore fiammingo barocco Antoon Van Dyck, da cui ricorda i toni color seppia.

Le basi chimiche del processo di stampa fotografica alternativa

Il processo Van Dyke impiega una soluzione sensibilizzante di Ammonio Ferro Citrato (verde), Acido Tartarico e Argento Nitrato per sensibilizzare un foglio per acquarello, preferibile usare dei fogli che abbiano una consistenza e uno spessore adatti a resistere ai lavaggi in acqua. Una volta asciugato il foglio viene esposto alla luce. Una volta lavato, viene fissato con Sodio Tiosolfato.

Il negativo

I negativi devono avere la dimensione della stampa che si vuole ottenere, in quanto vengono stampati per contatto. Esistono dei trucchi che possiamo adoperare per rendere il nostro negativo più grande. Qualora abbiamo scattato l’immagine su un negativo analogico (una pellicola), possiamo scansionare il negativo e imprimerlo in un foglio acetato trasparente nella dimensione che vogliamo. Lo stesso possiamo fare se abbiamo scattato la nostra immagine con con una fotocamera digitale. Utilizzando Photoshop o un altro programma di post-produzione è sufficiente trasformare l’immagine in bianco e nero e invertire la tonalità per ottenere un negativo da stampare in un foglio acetato trasparente. Inoltre tramite il programma di fotoritocco possiamo aumentare il contrasto del negativo per ovviare in parte alla perdita di definizione.

Foto di Francis Baker

Il procedimento Van Dyke passo per passo

Come nella cianotipia, per fare il procedimento di stampa Van dyke abbiamo bisogno di preparare due diverse soluzioni.

  1. Soluzione A: si ottiene con 20 g di Ammonio Ferro Citrato, 5 g di acido citrico e 50 ml di acqua distillata.
  2. Soluzione B: 5 g di Argento Nitrato e 25 di acqua distillata.

Mescoliamo il contenuto delle due soluzioni e aggiungiamo 100 ml di acqua distillata. Dobbiamo realizzare questa parte del procedimento in un posto con luce tenue. Al mescolarsi le due soluzioni diventano sensibili alla luce. Bisogna inoltre conservare un paio di giorni al buio la soluzione, prima di utilizzarla.

Una volta passati un paio di giorni,in un luogo con luce tenue, fissiamo il figlio con un supporto sul tavolo e versiamo parte della soluzione al centro dello stesso, distribuendola immediatamente su tutta la superficie con un pennello non metallico. 2ml di soluzione sono normalmente sufficienti per una copia di stampa A4.

Asciugare il foglio

La carta deve asciugarsi all’aria per circa 5 minuti, in modo che l’emulsione venga assorbita nella carta. Il foglio deve essere secco al tatto, quando è pronto. Alcuni autori usano un asciugacapelli per velocizzare il procedimento. Ma bisogna stare attenti a non alzare troppo la temperatura, perché l’eccessivo calore potrebbe ridurre i dettagli dell’immagine.

Esposizione

La carta deve essere esposta con il metodo del contatto diretto. Ciò̀ significa che il negativo deve essere posizionato direttamente sulla carta fotosensibile. Per garantire la planarità, consigliamo di inserire la carta e il negativo tra una tavoletta di legno e una lastra di vetro e fissati con fascette o pinze, in modo che negativo e supporto non possano muoversi.

A questo punto possiamo scegliere se esporre alla luce del sole o artificialmente mediante lampade UV-A. Per determinare il corretto tempo di esposizione, è consigliabile fare una striscia di prova con diversi tempi di esposizione.

Sviluppo

La copia si sviluppa in un bagno d’acqua durante 3 min. E’ consigliato utilizzare un tipo di acqua leggermente acida. Un trucco consiste nell’aggiungere una soluzione di 0,1% di acido citrico, in modo da evitare che il ferro ossidi l’argento facendo perdere intensità all’immagine. Dopo lo sviluppo, la foto può essere modificata con qualsiasi toner. L’immagine viene fissata con una soluzione al 5% di Sodio Tiosolfato. Alcuni autori ripetono il bagno di fissaggio due volte per 3 min, con due soluzioni nuove. Con un bagno di lavaggio tra una e l’altra.

Conservazione

Per migliorare la conservazione, può essere fatto un bagno alacalino finale con Kodak hypo cleaning Agent o con una soluzione simile. L’ultima parte del processo consiste in un bagno finale di 5 min con acqua corrente.

Attenzione alla salute

Il nitrato d’argento è tossico e può provocare gravi ustioni cutanee e danni agli occhi. L’acido tartarico può provocare irritazioni alla pelle, alle vie respiratorie e agli occhi. Prima dell’uso, leggere accuratamente le avvertenze e proteggersi in maniera adeguata. I prodotti chimici utilizzati in questa procedura devono essere considerati tossici e non adatti al consumo umano o animale. Come utente è necessario essere consapevoli dei rischi e fare attenzione a proteggere l’ambiente. Non smaltire mai rifiuti chimici in fognature domestiche o rifiuti comuni. Per uno smaltimento corretto, consultare le leggi locali sullo smaltimento.

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