“Un fotografo pensa un’immagine e se non esiste la crea“. Pedro Luis Raota è uno dei grandi maestri della fotografia. Le sue opere esposte hanno fatto il giro del mondo stupendo, di volta in volta, gli spettatori per semplicità e bellezza. Ha sviluppato un particolare stile di influenza pittorica che ricorda i dipinti di Caravaggio.
Le sue foto distaccano per un uso della luce che risalta i particolari sopra uno sfondo scuro. Le immagini di Raota ci consegnano un mondo reale attraverso una teatralità artistica. Il naturalismo dei soggetti e delle atmosfere viene evidenziato da un gioco sapiente della luce, che sottolinea le parti della scena più interessanti.
Le immagini rappresentano il potere espressivo – artistico che possiede la creazione. Da una semplice macchina fotografica e da un rullino riescono a nascere emozioni di indubbia forza raffigurativa che non necessitano di alcuna spiegazione verbale.
Pedro Luis Raota nasce in Argentina, nella Provincia del Chaco il 26 aprile 1934. Figlio di una famiglia di contadini, smette di lavorare la terra per seguire la propria passione. Si trasferisce nella città di Santa Fe, dove acquisisce le prime nozioni fotografiche. A causa delle disastrose condizioni economiche, vende la sua bicicletta per comperare la sua prima macchina fotografica.
Si trasferisce nella città di Villaguay (Entre Rios) per fare il servizio militare. Qui, impara il mestiere, diventando assistente del fotografo militare Quique Fabra.
Finito il servizio militare decide di rimanere nella città di Villaguay, dove apre uno studio fotografico e realizza le sue prime esposizioni. Grazie ai numerosi premi e riconoscimenti internazionali in tutti i 5 continenti, il suo lavoro diventa famoso. Dal 1981 dirige l’Istituto Superiore di Arte Fotografica di Buenos Aires. Negli ultimi anni il fotografo argentino si avvicina alla fotografia e colori pubblicando un Portfolio sui Gauchos. Nel corso della sua carriera ha realizzato numerose mostre sia individuali che con altri grandi fotografi contemporanei come Pedro Otero, Osvaldo Salzamendi, Francisco J. Tenllado, Ataulfo Pérez Aznar, Rubén Sotera e Alicia Sanguinetti.
Nonostante la prematura morte fisica il 4 marzo del 1986, l’arte e la sensazione espressiva delle sue foto continuano a sorprendere per l’amore, il realismo e la crudezza. Immagini piene di pathos o di tenerezza, di straripante allegria o di un impotenza demolitora, ma soprattutto immagini caratterizzate da uno stile unico, fatto di un linguaggio fotografico di estrema semplicità e infinita chiarezza concettuale.
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