Oliviero Toscani: la provocazione come forma di pubblicità

Nell’universo della fotografia contemporanea, pochi nomi risuonano con la stessa forza e controversia di Oliviero Toscani. Il fotografo milanese è stato un maestro nel trasformare l’immagine in un potente strumento di comunicazione, capace di scuotere le coscienze, abbattere tabù e far discutere il pubblico su temi sociali spesso scomodi.

toscani fotografia cuori pubblicità oliviero

La vita di Oliviero Toscani

Oliviero Toscani nasce a Milano nel 1942, figlio di Fedele Toscani, noto fotoreporter del Corriere della sera. Si interessa sin da bambino alla fotografia. Dal 1965 frequenta a Zurigo i corsi di Arte e Fotografia presso la Kunstegewergeschule. Comincia a lavorare professionalmente nell’aprile del 1965, rompendo in poco tempo, gli schemi tradizionali della fotografia di moda italiana.
united_colors_of_benetton Oliviero Toscani publicita foto fotografie
Toscani porta la fotografia di moda fuori dagli studi, nella strada, nella vita reale, avvalendosi delle modelle più quotate del momento per compiere una rappresentazione spontanea e ironica. Questo stile dinamico, caratterizzato da un inconfondibile virtuosismo grafico segna una vera e propria rivoluzione all’interno della rigidità della fotografia di moda del periodo.
bambole-2
Inizia così a collaborare con diverse riviste, tra le quali Elle, Vogue, Harper’s Bazaar. Cura le campagne di alcuni tra i marchi di moda più importanti, quali Valentino, Chanel, Fiorucci, Esprit e Prénatal. Dal 1982 cura le campagne pubblicitarie per il gruppo Benetton e per il marchio United Colors of Benetton. La sua macchina fotografica, infatti, caratterizzerà fino al 2000 il marchio stesso, con campagne pubblicitarie molto personali e spesso provocatorie. Nel 1990, fonda il giornale Colors e nel 1993 Fabrica, centro internazionale per le arti e la ricerca della comunicazione moderna, la cui sede è stata progettata dall’architetto giapponese Tadao Ando. Negli ultimi anni, Oliviero Toscani ha stretto collaborazioni con enti come la Croce Rossa, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, lavorando su campagne di sensibilizzazione legate a temi sociali quali la sicurezza, la violenza contro le donne e i disturbi alimentari. Tra le sue iniziative più discusse figura la campagna del 2007 per il marchio Nolita, che affrontava il tema dell’anoressia con immagini forti e divisive.
Sempre nel 2007, Toscani ha lanciato il progetto Razza Umana, una raccolta di ritratti che esplora la varietà delle caratteristiche fisiche e sociali delle persone, con l’obiettivo di rappresentare la diversità dell’umanità. Tra il 2018 e il 2020, ha ripreso la collaborazione con Benetton, concentrandosi sui temi dell’integrazione. Tuttavia, la partnership si è conclusa a causa di polemiche legate alle sue dichiarazioni sul crollo del ponte Morandi. Muore il 13 Gennaio 2025, all’eta’ di 82 anni nell’ospedale di Cecina, dove era stato ricoverato dal 10 gennaio.
Oliviero Toscani fotografia provocatoria foto

Lo stile fotografico di Olivero Toscani

Oliviero Toscani è stato molto più di un fotografo. Provocatore, visionario ed artista, Toscani ha cambiato il modo in cui vediamo e interpretiamo le immagini. Le sue opere, a volte amate, spesso odiate, rimangono comunque impresse nella memoria collettiva.

Con un occhio sempre attento ai problemi legati all’attualità, un estro creativo capace di far emergere da ogni scatto un elemento innovativo, un ricorso programmatico allo shock, Oliviero Toscani è riuscito a ritagliarsi un posto di rilievo nella fotografia internazionale. Nelle numerose campagne scorrono colori, abiti, ma soprattutto volti, corpi, situazioni a volte allegre, a volte tragiche. Il documento fotografico nato per la pubblicità diventa così una testimonianza antropologica che suscita domande collegate al rapporto dell’uomo con il mondo, i suoi riti, i suoi simboli, ma soprattutto denuncia di alterazioni e degrado. Toscani si districa attraverso gli stereotipi della diversità per raccontare il mondo a forza d’immagini impattanti che siano in grado di svegliare dall’apatia e dall’indifferenza.

uniforma Oliviero Toscani fotoi.jpg

La forza di Oliviero Toscani risiede, pertanto, nella sua capacità di far parlare le immagini. La sua fotografia non è mai fine a se stessa, ma diventa un mezzo per trasmettere messaggi potenti. Toscani crede fermamente che l’arte debba avere un ruolo attivo nella società, sfidando le convenzioni e spingendo gli individui a interrogarsi sul proprio ruolo nel mondo. In un’epoca in cui l’immagine è spesso usata per intrattenere o vendere, Toscani ci ricorda che la fotografia può (e deve) essere qualcosa di più: uno strumento di cambiamento.

Le frasi di Oliviero Toscani

La prima macchina fotografica mi fu regalata da mio padre. Era una Rondine della Ferrania. Avrò avuto sei anni. Ricordo che fotografai subito mia madre e poi un bambi di peluche che era in casa. Con quella macchina elementare fotografo tutto, sempre”.
foto fotografie maestro Oliviero toscani
Non soffro di quella malattia, i cui sintomi sono sempre latenti all’interno del mio ambiente, il complesso del pittore mancato, che spinge tanti fotografi a esporre nelle gallerie d’arte le stampe originali come fossero quadri….Ma che senso ha? Perché tappezzare i muri di una galleria per raggiungere 5000 persone se possiamo raggiungerne 100000 con i giornali?”.

Per conoscere altri Maestri della fotografia

Se volete vedere il lavoro di altri maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.

2 COMMENTS

  1. Mauro Francesco Minervino, antropologo prestato alla letteratura, dice di Toscani che "non è un genio della comunicazione civile (lo dimostrano lo scarso successo di alcune delle sue più provocatorie campagne, al limite del politicamente corretto), ma piuttosto un grande fotografo di moda e di prodotti di consumo" (La Calabria di Toscani, 2007, http://sdz.aiap.it/notizie/7328)
    In effetti Toscani non tradisce mai il suo imprinting di patinato fotografo glamour e finisce sempre per proporci una realtà “in posa”, immancabilmente ricreata in studio, persino quando affronta temi tragici quali aids o anoressia.
    Non credo che domini volontariamente l'emozione e l'emotività, credo che le sterilizzi attraverso un occhio freddo come il suo obiettivo, trovando in una sorta di cinismo dell'immagine il suo personale (e forse datato e forse discutibile) modo di essere moderno.

  2. Certo che realizza immagini in studio. In questa maniera ha pieno controllo e l'immagine è pulita e chiara senza elementi di disturbo.
    Inoltre usa modelli per non avere problemi con le liberatorie e l'immagine risulta essere volutamente fredda perché non deve farci piangere ma farci pensare razionalmente.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.