Morire per fotografare: due fotoreporter uccisi a Misurata

Se le vostre foto non sono abbastanza buone, non siete abbastanza vicino”.(Robert Capa). Soldati di ventura, per lo più freelance, senza uno stipendio fisso e nessuna organizzazione robusta alle spalle. I fotoreporter cercano di avvicinarsi alla realtà per restituircela con una immagine
Si insinuano attraverso i conflitti, dove gli altri non arrivano, sopravvivendo tra i rischi e i pericoli. Senza di loro, senza i loro scatti, sapremmo poco o nulla, della violenza delle guerre. Il fotoreporter con un’immagine può riassumere un capitolo di storia, una immagine può essere spietata, tagliente, rimanere più impressa dei vari servizi che passano alla tv. Una professione con un alone di fascino che vive nello stretto confine tra vita e morte.
Dilaniati dai colpi di mortaio, sparati nel cuore di Misurata, due reporter, uno inglese e l’altro americano, Tim Hetherington e Chris Hondros sono rimasti uccisi il 21 Aprile, mentre si trovavano con altri colleghi a Tripoli Street, epicentro dei combattimenti fra governativi e insorti. I due reporter erano arrivati solo l’altro giorno a Misurata e stavano cercando di raccontare la disperata resistenza che la città sta opponendo ormai da 60 giorni, all’assalto delle truppe di Gheddafi. Le vittime Chris Hondros e Tim Hetherington, entrambi di 41 anni, erano molto conosciuti nell’ambiente del giornalismo di guerra. 
Nato a Liverpool nel 1970 e laureato in letteratura a Oxford, Tim Hetherington ha documentato tutti i conflitti degli ultimi anni dalla Liberia, alla Sierra Leone, passando per la Nigeria e l’Afghanistan, realizzando un documentario “Restrepo” che ha ottenuto la nomination agli Oscar e ha vinto il famoso Sundance Film Festival. Durante la guerra civile in Liberia del 2003, Hetherington ed il suo collega James Brabazon erano stati gli unici giornalisti stranieri a vivere dietro le linee ribelli, tanto che l’allora presidente Charles Taylor aveva emesso un ordine di esecuzione nei loro confronti.
Gli scatti di quella guerra sono stati raccolti in due libri, An Uncivil War (2004) e The Devil Came on Horseback (2007). Nel 2007 il fotografo ha vinto il World Press Photo of the Year. L’altra vittima, l’americano Chris Hondros, è un reporter di 41 anni, candidato al premio Pulitzer, l’Oscar del giornalismo americano. Nato a New York , lavorava per l’agenzia Getty Images. Nel 2005 aveva vinto il premio Capa, il più prestigioso riconoscimento di fotogiornalismo dedicato al grandissimo fotografo Roberto Capa.
Figlio di immigrati, aveva trascorso gli anni ’90 lavorando come fotoreporter nella aree più calde del pianeta inclusi il Kosovo, l’Angola, la Sierra Leone, l’Iraq e l’Afghanistan. Le sue opere erano apparse sulle copertine di riviste come Newsweek ed Economist e sulle prime pagine di quotidiani come il New York Times, il Washington Post e il Los Angeles Times.

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