Martina Hoogland Ivanow: Far Too Close

Le foto della fotografa svedese Martina Hoogland Ivanow mescolano documento e finzione in un’atmosfera oscura e misteriosa.

La vita di Martina Hoogland Ivanow

Nata a Stoccolma nel 1973, Martina Hoogland Ivanow ha studiato fotografia presso la Parsons School of Design a Parigi e New York. Ha lavorato a Londra come fotografo commerciale, prima di concentrarsi nel suo lavoro artistico. Nel 2010 ha ricevuto una borsa di studio IASPIS. Ha pubblicato tre libri fotografici: Far too Close (2010), Speedway (2013) e Satellite + Circular wait + Second nature (2015).

Martina Hoogland Ivanow satellite fotografa foto svedese

Lo stile delle foto di Martina Hoogland Ivanow

Il processo fotografico di Martina Hoogland Ivanow prende spunto dalla documentazione non lineare delle strutture sociali, per esplorare diversi modelli di comportamento e il meccanismo di relazione del sé con il mondo. Le immagini della fotografa svedese si caratterizzano per un’estetica oscura e affascinante che trasmette una presenza intensa, reale, ma allo stesso tempo evanescente e poetica. Spesso i suoi soggetti sono difficili da vedere, perché parzialmente nascosti o volutamente offuscati. Questa mancanza di indizi visivi, crea uno strano paradosso, il buio sembra illuminare e quanto meno vediamo, più riusciamo a sentire. Il giornalista svedese Johan Croneman ha scritto: “Guardando le foto di Martina, accosto il mio orecchio perché mi aspetto di sentire qualcosa. »

Il libro Far too close

Pubblicato in formato foto libro nel 2010, la serie fotografica “Far Too Close” di Martina Hoogland Ivanow esplora il rapporto ambiguo della distanza, sia fisica che emotiva. I concetti di vicinanza e lontananza sembrano intrecciarsi in immagini pittoriche che ci immergono in un’atmosfera altamente emotiva.


Attraverso un’affascinante estetica oscura, la fotografa svedese collega ritratti di familiari, con i paesaggi di alcuni dei luoghi più remoti e lontani della terra, come la Siberia, l’Isola di Sakhalin nel nord del Giappone, la Terra del Fuoco in Argentina e la penisola di Kola in Russia.

In un lungo viaggio di sette anni, Martina ha costruito un racconto visivo dove la relazione tra la storia personale e i vari ambienti sembra perdere il significato spaziale. Ciò che lontano appare vicino e ciò che è vicino così lontano.

I colori del ricordo sembrano averne uniformato il tutto. Immagini intense e struggenti, dove il buio è una guida silenziosa e misteriosa. Da esso emergono ovattati particolari che tessono una storia sensibile e delicata.

Speedway

Come spesso accade nelle fotografie di Martina Hoogland Ivanow, non sono riconoscibili i volti, ma maschere e ombre, nascondono i tratti, conferendo alle immagini una dimensione teatrale. Nella serie Speedway, viene rappresentato uno stato psicologico senza inizio né fine. Le immagini sono segnate da una sensazione costante di attesa e ci ricordano come la macchina fotografica ci renda costantemente voyeurs.

martina hoogland speedway foto

Satellite e Circular wait

Il libro Satellite + Circular wait + Second nature presenta in un’unica custodia di cartone la serie “Satellite” (2009-2010) e la più recente “Circular Wait“. In questo libro, Hoogland Ivanow esplora il rapporto tra uomo e natura, che oscilla tra il controllo e la sua mancanza.

Martina Hoogland Ivanow satellite fotografa fotografia immagini foto Satellite ruota attorno all’alienazione e alla comunità, nonché al modo in cui ci definiamo la relazione con gli altri. Partendo dall’idea di Susan Sontag di come la relazione tra due persone possa essere definita dal loro divario, Satellite procede alla ricerca del desiderio di autentico e selvaggio di allontanamento dalla cultura urbana.

Martina Hoogland foto circular wait

La serie Circular Wait si riferisce a uno stato in armonia con i cicli della natura, ma per estensione anche all’incapacità di rompere con uno schema. Le immagini evocano domande sulle nostre carenze umane e catturano l’ansia dei nostri tempi derivante dalla conoscenza di una necessità di una prospettiva ambientale.

La frase di Martina Hoogland Ivanow

Vedo il buio come un modo di astrarre e prestare particolare attenzione a certi dettagli. Trovo che a volte sia più generoso dedurre informazioni, piuttosto che darne troppe”.

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