Le immagini di Manto Pérez-Boza sono frutto di una danza irrazionale. Documenti affascinanti di una specie di “performance” in cui l’artista, perdendo il controllo, si arrende al caos trascendentale.
Utilizzando una camera pinhole, Manto espone tutto il rullino muovendosi tra lo spazio circostante. La pellicola fotografica, come fosse un diario personale, diventa una superficie che tenta di ricostruire la memoria, attraverso le sensazioni.
La serie “Cronosomática” si interroga sulla percezione spazio-temporale dell’immagine, presentandola come il risultato di molteplici associazioni, più o meno consce.
Una danza visiva potente, viscerale e poetica che fonde la superficie, il tempo e la luce per portare l’immagine in un luogo dove appare indiscernibile l’apparente reale, dall’immaginario. Così i significati del segno documentale sembrano smarrirsi per ritrovare differenti e nuove linfe nelle diverse interazioni soggettive degli spettatori.
Le immagini della fotografa venezuelana suggeriscono solo tracce di quello che è stato e, dando uno strappo deciso al continuum temporale, intraprendono una ricerca sullo stesso significato dell’immagine fotografica. Radiografie di stati d’animo che, attraverso un abile gioco di evanescenze, si lanciano nel vuoto per mostrarci l’invisibile.
Vi consiglio di dare uno sguardo al sito dell’artista per avere una visione completa della sua opera.
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