L’unica cosa che veramente conta in fotografia è l’emozione

“L’unica cosa che veramente m’interessa in fotografia è l’emozione e il sentimento…tutto quello che va oltre, è solo un trucco.” (Christopher Anderson)

Molte volte diamo per scontato che le immagini che percepiamo corrispondano alla realtà delle cose. Ma, la percezione è sempre una lettura interpretativa delle stesse. L’uomo, infatti, non è un osservatore oggettivo e neutrale. I nostri cinque sensi sono, pertanto, indispensabili per capire il mondo che ci circonda, ma la percezione non consiste soltanto nell’uso dei sensi. Secondo le teorie della psicologia della Gestalt, la percezione consisterebbe in un processo mentale attivo nel quale le sensazioni vengono integrate con idee, ricordi ed emozioni che fanno parte della nostra storia personale. La vita che ci portiamo dentro diventa, allora, un filtro che usiamo per decifrare quello che avviene fuori.

La fotografia ci affianca nella nostra interpretazione visiva. Servendoci della riproduzione meccanica fotografica, interpretiamo costantemente il mondo che ci circonda, attraverso uno specifico modo di osservarlo. Ogni fotografia rappresenta una decisione comunicativa, un atto non innocente, una precisa scelta che compiamo. La fotografia non è sinonimo di telecamere, di sensori e di obiettivi. Questi sono solo mezzi meccanici che ci aiuto nella rappresentazione visiva della nostra interpretazione. La fotografia ha solo un fine, quello di emozionare, di comunicare. E questo van ben aldilà del maggiore quantitativo di pixel o della maggiore risoluzione ad alti ISO. Essere un fotografo non equivale solo a scattare foto. Essere un fotografo significa avere un’idea o dei sentimenti da esprimere, significa ricercare attraverso la fotografia il modo di rendere visibile questa visione, raccontando l’emozione delle storie.

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