L’opera artistica di James Coleman (Irlanda, 1941) riflette sulla realita, indagando parallelamente sulla percezione, la rappresentazione, la memoria e l’identita´ della stessa.
Attraverso l’uso del mezzo audiovisuale, Coleman impone il soggetto al centro di un discorso che induce lo spettatore a riflettere su come l’interpretazione conformi la comprensione di cio´ che vediamo. L’immagine fotografica rappresenta il tema centrale di una ricerca personale che si indirizza mediante un linguaggio meticoloso ed a tratti ermetico.
Coleman incorpora la proiezione di diapositive sincronizzate, con voice off e musica, per creare una mise en scene che parte dalla rappresentazione della vita quotidiana, fino a indirizzarsi verso il linguaggio letterario, la pittura, il cinema e il teatro. Il suono delle performance di Coleman costruisce il ritmo e lo spazio di immagini che questionano costantemente la natura e la struttura della percezione.
Lo scenario visuale presentato dall’artista irlandese costituisce un’opera aperta che lascia libere varie interpretazioni, sfruttando le ripetizioni, la dissociazione tra l’immagine ed il testo e l’alternarsi tra passato e presente.
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