Elliott Erwitt è considerato uno dei più importanti fotografi della seconda metà del XX secolo. L’umorismo, insieme alla versatilità, sono alcuni dei tratti distintivi di questo artista, che da oltre sette decenni è riuscito a bilanciare la cattura degli eventi del fotogiornalismo, con un lavoro commerciale e personale che evidenzia una particolare attrazione per i piccoli accidenti della quotidianità. Le sue immagini sono mostrate nei più grandi musei di arte contemporanea di tutto il mondo e fanno parte delle migliori collezioni tanto pubbliche, che private.
La vita di Elliott Erwitt
Nato il 26 Luglio del 1928 a Parigi, Elliott Erwitt trascorre la sua infanzia in Italia, a Milano. Nel 1938 la sua famiglia si sposta a Parigi, per poi emigrare a New York e trasferirsi definitivamente a Los Angeles nel 1941.
Fin da ragazzo, ad Hollywood, Elliott si interessa alla fotografia. Nel 1944, ancora al liceo, trova lavoro come tecnico di una camera oscura. Tornato a New York nel 1948 entra in contatto con Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker. Capa lo invita a far parte di Magnum Photos. I suoi reportage, le sue immagini “personali” e i suoi lavori pubblicitari sono apparsi in innumerevoli riviste, giornali e pubblicazioni. A partire dagli anni settanta Elliott Erwitt si interessa anche al video, girando spot pubblicitari e documentari. Nel 1974 pubblica il libro fotografico “Son of a Bitch”, in cui sono raccolti numerosi scatti di cani ripresi in pose o situazioni buffe. Un capolavoro, insuperabile per arguzia, senso della dissacrazione di un mondo dove gli umani, fanno da “sfondo” ai protagonisti canini.
Lo stile delle fotografie di Elliott Erwitt
Le fotografie in bianco e nero di Erwitt rivelano, con un tocco di umorismo, le emozioni più elementari e sincere degli esseri umani. Il fotografo ha sviluppato la sua visione durante l’ascesa, nel dopoguerra, del fotogiornalismo documentario, catturando molti dei paradossi più toccanti della vita.
Le sue fotografie giocano sugli accostamenti e osservando acutamente la realtà esteriore prendono in giro, in modo benigno, i difetti dell’essere umano, sgonfiandone la pomposità e mettendone in mostra l’ipocrisia. Attraverso le sue immagini percepiamo, in forma perfetta e mai forzata, la fragilità della linea di demarcazione tra il senso e il non senso, tra quello che banalmente guardiamo e quello che lo sguardo artistico ci permette di vedere.
La citazione
“Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere, è far ridere la gente. Se poi riesci, come ha fatto Chaplin, ad alternare il riso con il pianto, hai ottenuto la conquista più importante in assoluto. Non miro necessariamente a tanto, ma riconosco che si tratta del traguardo supremo”…“Chiunque può diventare un fotografo con l’acquisto di una macchina fotografica, così come chiunque può diventare uno scrittore con l’acquisto di una penna, ma essere un buon fotografo richiede più che la semplice perizia tecnica. Basta poco per capire se qualcuno è dotato di senso di stile, senso della composizione e un grande istintività. Tuttavia, tutte le tecniche del mondo non possono compensare l’impossibilità di notare le cose”.
Per conoscere altri maestri della fotografia
Se volete vedere il lavoro di altri maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
Condividi:
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
Ottimo sito.
Grazie 🙂