Lewis Hine è stato uno tra i primi fotografi ad aver utilizzato la fotografia come mezzo di denuncia e indagine sociale.
La vita di Lewis Hine
Nato il 26 settembre 1874 a Oshkosh, nel Wisconsin, dopo la morte del padre in un incidente, Hine inizia a lavorare e a risparmiare per potersi permettere il college. Studia sociologia presso la University of Chicago, la Columbia University e la New York University.
Divenuto insegnante per la Ethical Culture School, di New York, entra in contatto con i grandi flussi migratori a Ellis Island (il sanatorio newyorkese degli immigrati europei) ed inizia a interessarsi alla fotografia come strumento di denuncia e di documentazione.
Dal 1904 e fino al 1909, Hine registra l’arrivo degli immigrati, le insalubri abitazioni sovraffollate e l’occupazione delle fabbriche e dei negozi. Con l’emergere della fine del XIX secolo di numerose attività benefiche e comitati di riforma, Hine lascia il posto di insegnante, nel 1908, per diventare fotografo ufficiale del National Child Labor Committee, una organizzazione creata per combattere il lavoro minorile nell’industria pesante.
Durante i suoi primi tre anni come fotografo ufficiale, Hine documenta il lavoro minorile nei campi, nelle miniere e nelle fabbriche, sottolineandone le insostenibili condizioni. le immagini di questo lavoro, pongono sotto gli occhi dell’opinione pubblica l’evidenza incontrovertibile delle condizioni di lavoro minorile, risultando cruciali nella battaglia legislativa contro il lavoro minorile.
Nel 1918 intraprende un viaggio in Europa per documentare, su richiesta della Croce Rossa Internazionale, la situazione dei paesi del Vecchio Continente devastati dalla Prima Guerra Mondiale. Tornato a New York nel 1919, Hine focalizza di nuovo il suo interesse nel mondo del lavoro, ma questa volta evidenziandone il significato di dignità per gli esseri umani. Con una nuova attenzione alle qualità formali dell’immagine, Hine dà vita al suo unico libro, pubblicato nel 1932, “Men at Work”, una vera e propria esaltazione dell’uomo e della macchina.
- LEWIS W. HINE (Author)
Sottolineando la tensione intrinseca tra macchine e lavoratori, Hine ci restituisce delle immagini convincenti con il suo caratteristico rigore e fascino estetico.
Lo stile delle fotografie di Lewis Hine
La consapevolezza sociologica ed umanistica delle immagini di Lewis Hine è di grande rilievo in una prospettiva che va oltre l’ambito della fotografia stessa. Le fotografie di Hine erano accompagnate da meticolose annotazioni, che dettagliavano i dati sociologici rilevanti: nomi e età dei bambini, tempo e luogo di impiego, ore lavorate, stipendi guadagnati, durata del lavoro, condizioni di lavoro e circostanze familiari. Hine ha lavorato principalmente con una fotocamera di legno, che produceva lastre di vetro 4 “× 5” e 5 “× 7” e negativi in pellicola da cui ha spesso realizzato stampe a contatto. Hine comprendeva il valore interpretativo della fotografia e altresì la potente forza comunicativa delle stesse nel far emergere critiche nei confronti del sistema.
Con il cambio del quadro sociale, Hine trascorre gli ultimi anni di vita in condizioni indigenti, respinto dalle stesse entità che una volta ne ammiravano il lavoro innovatore. I suoi lavori, internazionalmente riconosciuti come strumento del più moderno mezzo di denuncia fotogiornalistico, trovano ampio spazio nelle sale dell’International Museum of Photography e negli archivi della Library of Congress.
La citazione
“Se sapessi raccontare una storia con le parole, non avrei bisogno di trascinarmi dietro una macchina fotografica”.
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