“Mio padre ha visto per la prima volta la sua immagine riflessa nell’acqua. La fotografia è un modo per vivere a lungo, anche dopo la propria morte. Io credo al potere dell’immagine: è per questo che ho passato tutta la vita a cercare di ritrarre le persone nel miglior modo possibile, di restituire loro tutta la bellezza che potevo”
Normalmente conosciamo l’Africa attraverso fotografie che raccontano una realtà fatta di problemi, fame e malattie. Malick Sidibé ha avuto il merito di documentare con dedizione e costanza, nel corso di numerosi anni, l’atmosfera e la vitalità di una capitale africana in un periodo di grande effervescenza. Il lavoro di Sidibé attraversa la transizione verso l’indipendenza e la trasformazione del Mali da colonia francese, a Paese indipendente che guarda verso l’Occidente.
Nato nel 1936 nel piccolo villaggio di Soloba (Bamako, Mali), Sidibé è considerato un punto di riferimento della fotografia africana. Dopo aver terminato la scuola nel 1952, Malik studia gioielleria e pittura presso l’École des Artisans Soudanais di Bamako. Nel 1956 diventa apprendista del fotografo francese Gérard Guillat. Inizia a fotografare la vita di Bamako, catturando lo spirito degli abitanti della città, concentrandosi sulla cultura giovanile e le serate danzanti nella capitale del Mali.
Nel 1958 Sidibé apre il proprio studio fotografico, una stanzetta di una manciata di metri quadrati, nel quartiere popolare di Bagadaji, dove nel corso degli anni si trovano a passare migliaia di individui e gruppi desiderosi di avere una immagine, spesso idealizzata.
Il lavoro di Sidibé rimane sconosciuto al di fuori del proprio paese fino agli inizi del 1990, quando il critico d’arte André Magnin, che si trovava a Bamako per visitare un altro fotografo del Mali, Seydou Keïta, viene portato erroneamente presso lo studio di Malik Sidibé. Magnin rimane affascinato dal lavoro del fotografo maliano e pubblica una monografia sul fotografo nel 1998.
Da allora le immagini di Malik Sidibé girano, senza interruzione, in importanti esposizioni per il mondo. Nel 2003 il fotografo africano riceve l’Hasselblad Foundation International Award. Nel 2007 diventa il primo fotografo a essere premiato con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia. Se volete vedere il lavoro dei grandi maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
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