“Anche se le nostre strade non s’incrociano mai, noi che esistiamo ora sulla stessa terra certamente condividiamo qualcosa, un tempo condiviso e uno spazio condiviso” ….”Nelle mie foto non c’è mai un evento, racconto il quotidiano. Per questo sento una sorta di affinità fisiologica con il 6×6: il formato quadrato consente di circoscrivere dei microcosmi che hanno il loro significato compiuto, la loro perfezione interna”….”Raramente posso dire di lavorare con un tema predefinito: fare fotografie è come fare shopping e poi riordinare tutto nei cassetti. Come cucinare, sperimentando nuove combinazioni di ingredienti. Spesso, fotografo cose che apparentemente non hanno niente a che vedere tra loro. Il processo di consapevolezza comincia in camera oscura: capisco che cosa ho cercato di cogliere e come accostare le immagini per fare emergere i significati“.
La fotografia di Rinko Kawauchi è senza spazio e senza tempo. Le immagini della fotografa giapponese vanno alla ricerca dell’essenza poetica nella semplicità quotidiana. Nel fotografare la vita di tutti i giorni, Rinko ci introduce in un mondo fantastico, di quiete e contemplazione, dove le sensazioni, gli oggetti e i dettagli sembrano venire recuperati dagli angoli nascosti della memoria.
Ora una piccola ferita o una goccia che scivola sulla pelle, istanti magici e lirici, semplici, ma allo stesso tempo evocativi. Nata a Shiga (Giappone),nel 1972, Rinko Kawauchi ha studiato graphic design e fotografia al Seian Junior College of Art and Design.
E’ entrata, di prepotenza, nella scena fotografica nel 2001, pubblicando contemporaneamente tre album fotografici: “Utatane” (Pisolino), “Hanabi” (Fuochi d’artificio) e “Hanako” (Fiore di bambina). Dopo “Illuminance“, ha pubblicato “Light and Shadow“.
Ha vinto il 27º Ihei Kimura Photography Award (2002) e l’International Center of Photography Infinity Award in Art (2009), ed è stata finalista al 2012 Deutsche Borse Prize. Le mostre personali includono: Fondation Cartier( Paris), Photographers Galler (London), Galleria Carla Sozzani (Milano), Hasselblad Center (Göteborg) e Museum of Modern Art (São Paulo).
Rinko Kawauchi dona luce alla normalità dei sentimenti. Immagini scarne, ma ricche di sfumature e colori suavi. La fotocamera 6×6 della fotografa giapponese trasforma la ripetitività dell’ordinario in straordinario, soffermandosi con liricità sulla fragilità e la transitorietà delle cose. Riflessi, abbagli, striature, diventano chiavi di un lavoro che fa dell’associazione visiva il suo forte. Le singole immagini trovano forza nella connessione con le altre.
Vi consiglio di dare uno sguardo al sito dell’artista per avere una visione completa della sua opera. Se volete vedere il lavoro di altri maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
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