Le fotografie di Lewis Baltz

Lewis Baltz è stato uno dei fotografi più importanti della seconda metà del XX secolo. Il suo lavoro è legato alla generazione dei fotografi raggruppati attorno alla mostra New Topographics, che metteva in discussione l’idea antica di paesaggio, per mostrarlo come un fatto reale, come il risultato della quasi sempre sfortunata azione dell’uomo.

La vita di Lewis Baltz

Lewis Baltz nasce a Newport Beach, in California nel 1945, da una coppia che possedeva un’attività di pompe funebri. Il padre alcolizzato muore per cirrosi epatica quando Baltz aveva 11 anni. A 14 anni, Lewis inizia a lavorare in un negozio di fotocamere a Laguna Beach. L’infanzia di Baltz è stata influenzata dal rapido sviluppo commerciale che lo circondava mentre cresceva. I terreni agricoli venivano continuamente trasformati in immobili sotto la spinta del sogno Americano. Dopo gli studi al San Francisco Art Institute dove riceve un B.F.A, nel 1969, ottiene un M.F.A presso la Claremont Graduate School nel 1971.

Qui inizia la serie, The Tract Houses (1969-1971), 25 immagini di case standard appena costruite, che raffigurano un’architettura in cui l’individualità viene eliminata. Questa serie porta Baltz alla notorietà e all’inclusione nella mostra del 1975 New Topographics: Photographs of a Man-Altered Landscape, alla George Eastman House di Rochester. Questa mostra univa importanti figure internazionali che condividevano punti di vista fotografici simili, tra cui Robert Adams, Stephen Shore, e Bernd e Hilla Becher. La “Nuova topografia” mostrava l’America in una luce che andava contro la tipica immagine di propaganda del “Sogno americano”. Questa mostra costituisce uno spartiacque nella storia della fotografia indicando un approccio diverso, più distaccato e meno spettacolare, della rappresentazione del paesaggio. Fino a quegli anni, infatti, il paesaggio era dominato dal lirismo di fotografi come Ansel Adams, Minor White e Paul Caponigro, tendenti alla celebrazione di una natura idilliaca e non violata dall’uomo, capace di veicolare significati simbolici o metafisici.

Tra i progetti di rilievo di Lewis Baltz citiamo: The New Industrial Parks Near Irvine, California (1974), Nevada (1977), Park City (1980), San Quentin Point (1982-83) e Candlestick Point (1989). Lewis Baltz nel corso della sua carriera ha vinto numerosi premi come il J. S. Guggenheim Memorial Fellowship e il Charles Brett Memorial Award ed ha esposto in numerosi musei tra i quali il Whitney Museum of American Art di New York, il Museo d’Arte Moderna di Parigi, il San Francisco Museum of Modern Art, il Museum of Contemporary Art di Helsinki e il Tate Modern di Londra. Alla fine degli anni ’80 Baltz si trasferisce in Europa, insegnando per molti anni in Svizzera e in Italia. Dopo una lunga malattia di cancro muore a Parigi nel 2014.

Lo stile di Lewis Baltz

Baltz ha usato il linguaggio fotografico come strumento di ricerca e conoscenza. Sebbene abbia agito seguendo i dettami della fotografia diretta, in termini di contenuto, è stato un artista concettuale. Grazie al lavoro del fotografo americano siamo consapevoli come tutti i paesaggi umani abbiano un significato culturale, in quanto il paesaggio rappresenta un’autobiografia inconscia che riflette i nostri gusti, i nostri valori, le nostre aspirazioni e persino le nostre paure in modo tangibile.

Le fotografie di Lewis Baltz sono organizzate in serie, sebbene senza una struttura o una composizione necessariamente narrativa. Le immagini risultano sorprendentemente fredde e prive di emozioni. Le fotografie di Baltz si concentrano spesso su un particolare paesaggio per un lasso di tempo. I soggetti ricorrenti delle sue immagini sono i luoghi in costante cambiamento come gli edifici dismessi o le nuovi costruzioni.

Il lavoro di Baltz condensa nello scatto la simmetria, la geometria, il contrasto e la verticalità delle caratteristiche architettoniche. Nonostante le sue foto sembrino essere state scattate con una fotocamera di gran formato, Baltz ha sempre utilizzato una leica 35mm, avvalendosi del supporto di un treppiedi.

Possiamo dividere la ricerca fotografica di Lewis Baltz in due fasi. La prima si concentra sulla rappresentazione dell’intervento umano sul paesaggio. Questa prima epoca si caratterizza per immagini in bianco e nero di piccolo formato. Nella seconda (a partire dal 1989) il fotografo americano inizia a lavorare a colori e su una nuova forma di materializzazione del potere: quella esercitata dai media e dalla tecnologia sulla nostra vita. Nei tempi dell’informazione e dell’immagine, tutto è spettacolo e gli eventi sociali hanno senso solo quando sono riflessi dai media, che introducono una realtà, rendendo impossibile distinguere tra eventi autentici e simulati.

La citazione

Non volevo avere uno stile; Volevo che la mia fotografia fosse muta e distante da sembrare la più obiettiva possibile. Ho provato a non mostrare un punto di vista. Pensavo a me stesso come a un antropologo di un diverso sistema solare. Quello che mi interessava di più era il fenomeno del luogo. Non la cosa in sé, ma l’effetto di essa: l’effetto di questo tipo di urbanizzazione, l’effetto di questo tipo di vita, l’effetto di questo tipo di edificio. Che tipo di nuovo mondo veniva costruito?”

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1 COMMENT

  1. Uno dei fotografi più interessanti.. Fotografie profonde con neri (in quelle in bianco e nero) incredibilmente “neri”.

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