La nazione di Israele, ricca di storie e miti, tra presente, futuro e passato è alla base del lavoro di Yaakov Israel. Una nazione antica, santa per le tre grandi fedi. Una terra che aspetta che venga il messia in groppa al suo asino bianco. Israel Yaakov ha studiato fotografia presso l‘Accademia Bezalel di Arte e Design.
Nato nel 1974 a Gerusalemme, da una famiglia trasferitasi in Israele dall’Africa, Yaakov in “The quest for the man on the white donkey” affronta una vera e propria esplorazione del territorio Israeliano. Ne emerge un Paese fatto di differenze sociali, razziali e religiose, dalle grandi ricchezze e dalle enormi povertà, dove convivono e lottano tradizione e modernità.
Frutto di anni di vagabondaggi in Israele, nei Territori occupati e negli spazi in-tra, le immagini documentano una visione intima della gente e dei luoghi. La tradizione americana dei grandi viaggi fotografici serve da pretesto al fotografo israeliano per catturare momenti apparentemente disgiunti nel tempo, che offrono differenti spunti e false piste. Lo spettatore è invitato a tornare indietro e ri-guardare le immagini, per trovare un mondo leggermente diverso di volta in volta.
Yaakov Israel mescola sapientemente la storia personale con l’interesse di riappropriazione storica. Le immagini catturate tramite una vecchia macchina fotografica 8×10 pollici e, talvolta, con una 4×5, come fossero un puzzle, dipingono un quadro di una realtà allo stesso tempo personale e collettiva. Vi consiglio di dare uno sguardo al sito del fotografo per avere una visione completa del suo lavoro.
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