Nick Brandt è un fotografo inglese noto per immagini in bianco e nero piene di luci drammatiche dove gli animali non sono soltanto personaggi principali, ma attori consumati di quadri compositivi di straordinaria bellezza.
La vita di Nick Brandt
Nato a Londra nel 1966, Nick Brandt studia cinema e pittura alla St. Martin’s School of Art. Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1992 (oggi vive in California), si dedica con successo alla regia di videoclip per artisti del calibro di Michael Jackson (Earth Song, Stranger in Moscow) e Moby. Durante la direzione di Earth Song, in Tanzania nel 1995, si innamora dell’incredibile fauna africana e dei meravigliosi paesaggi della savana.
Nel 2005 pubblica il suo primo libro: On this Earth; espone nelle più grandi gallerie di Londra, Berlino, Amburgo, New York, Los Angeles, Santa Fè, Sydney, Melbourne e San Francisco. Nel 2009 pubblica A Shadow Falls. Across the Ravaged Land (2013) è il terzo e ultimo volume della trilogia. il libro documenta la scomparsa degli animali dell’Africa orientale, offrendo una visione più oscura di questo mondo, ancora pieno di una bellezza sbalorditiva, ma tragicamente direzionato verso alla scomparsa per mano dell’uomo. Nel febbraio 2019 ha pubblicato il libro The Empty World. Brandt si concentra sulla crescente distruzione del mondo naturale africano, mostrando lo sviluppo incontrollato. Anche le persone nelle foto spesso si trascinano impotenti tra la marea implacabile del ‘progresso’. Nel settembre 2010, in risposta urgente all’escalation del bracconaggio in Africa a causa dell’aumento della domanda dall’Estremo Oriente, Brandt ha fondato l’organizzazione no-profit Big Life Foundation, dedicata alla conservazione della fauna selvatica e degli ecosistemi africani.
La fotografia di Nick Brandt
Il suo metodo di lavoro consiste nel fotografare con una fotocamera analogica medio formato (la Pentax 6×7), passare a formato digitale tramite scanner e ritoccare il risultato con Photoshop, usando spesso il trattamento HDR per amplificare la drammaticità degli scatti. “A parte l’uso di certe tecniche fotografiche, c’è una cosa che credo faccia la differenza: mi avvicino molto a questi animali selvaggi, spesso a poche decine di centimetri da loro. Non uso teleobiettivi. Questo perché voglio vedere quanto più possibile cielo e paesaggio, vedere gli animali nel contesto del loro ambiente. In questo modo le foto riguardano tanto l’atmosfera del luogo, quanto gli animali. Inoltre, essendo così vicino ottengo una sensazione di intimo contatto con l’animale che mi è di fronte”.
La fotografia di Nick Brandt si caratterizza per l’uso di un bianco e nero pittorico dai tratti epici. Il fotografo inglese, attraverso un sapiente uso della composizione, ritrae animali maestosi che sembrano quasi in posa, in una natura spoglia e solenne. Ogni scatto rende omaggio ad una natura incontaminata e salvaguardata dalla cruda realtà, come fosse un Eden che sopravvive nel nostro immaginario.
Primi piani intensi, profili intimi ed emozionanti di animali che vivono in una placida e totale simbiosi con il loro habitat. Immagini idilliache e romantiche di un continente incantato, elegia di un mondo che sta costantemente e tragicamente svanendo.
La frase di Nick Brandt
“Pochi fotografi hanno considerato la fotografia di animali selvaggi come una forma d’arte. L’enfasi è stata posta, in genere, sul cogliere la spettacolarità degli animali in azione, sul catturare il singolo momento drammatico, in opposizione agli animali colti semplicemente nel loro stato di essere. Ho sempre considerato questo come un’opportunità sprecata”.
Per conoscere altri Maestri della fotografia
Vi consiglio di dare uno sguardo alla pagina web dell’artista per avere una visione completa della sua opera. Se volete vedere il lavoro dei maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
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