Impariamo a vedere prima di poter parlare. Vedere è un istinto vitale e primordiale di noi umani: vediamo prima di leggere e prima di camminare. Nonostante la vista sia uno dei sensi che prima si sviluppa è uno dei più difficili da affinare. La fotografia è un’arte analitica. Come il pittore parte da una tela bianca per raccontarci la sua visione, il fotografo seleziona un’immagine dal caos del mondo.
La sua visione, pertanto, necessita il congelamento e l’astrazione di uno specifico ambito attraverso un’inquadratura e un determinato tipo di esposizione. L’immagine fotografica descrive, dentro alcune limitazioni formali, un particolare ed unico aspetto del mondo. Vi sono quattro aspetti essenziali che determinano la trasposizione del mondo situato davanti alla camera in una fotografia: la bidimensionalità, l’inquadratura, il tempo e la messa a fuoco. Il mondo è tridimensionale, mentre un’immagine fotografica si caratterizza per la bidimensionalità. Infatti, la profondità del piano descritto conserva sempre una relazione con il campo sopra il quale si proietta l’immagine che vediamo attraverso l’obiettivo, ovvero il piano pittorico. Una fotografia può essere piana, ma contenere l’illusione della profondità. Il fotografo si confronta costantemente con il mondo reale, attraverso una complessa rete di giustapposizioni visuali, che cambiano al modificare il punto di vista.
Il secondo elemento essenziale nella trasformazione fotografica è l’inquadratura. L’immagine fotografica ha un confine marcato. Uno spazio specifico dove viene rinchiuso il selezionato. L’inquadratura circoscrive il contenuto di una fotografia, gli accadimenti, gli oggetti, le persone rappresentate e le forme. In tutte le fotografie inoltre esistono due elementi temporali determinanti: il tempo di esposizione e la staticità dell’immagine.
Dall’interazione di questi due fattori nasce la possibilità di congelare o far fluire il tempo. Inoltre la camera fotografica non solo capta un’immagine in forma monoculare, da una angolo di visione concreto, ma stabilisce anche una gerarchia all’interno dello spazio descrittivo fotografato attraverso la messa a fuoco. Nonostante infatti disponiamo di un unico piano di fuoco, attraverso la profondità di campo e la messa a fuoco selettiva, un fotografo è capace di donare un nuovo ordine alla scena.
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