La Russia fotografata da Sergey Chilikov

Strettamente legata al movimento Sots Art (Soviet Pop Art), l’opera del fotografo russo Sergey Chilikov è una risposta sovversiva alla rigida era Brezhnev dell’URSS. Sergey Chilikov ha ritratto i suoi soggetti nella libertà intima delle situazioni private, rivelando un’affascinante e suggestiva controcultura.

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Biografia di Sergey Chilikov

Nato nel 1953 nella regione di Kirov, in un contesto di rigida censura sovietica. Chilikov si è laureato alla facoltà di filosofia, e ha conseguito un dottorato di ricerca. Fino al 1991, ha insegnato nell’università di Yoshkar-Ola. Nel 1993, ha pubblicato il suo primo libro di filosofia analitica intitolato “Artseg. The Owner of a Thing or Ontology of Subjectiveness”.

Si è avvicino negli anni 70 alla fotografia. Ha fatto parte del gruppo creativo “The Fact, formato anche da Mikhailov, Evlampiev, Likhosherst, Voetskiy. Dal 1980 al 1989, ha diretto la Yoshkar-Ola biennale e l’annuale festival di fotografia sul fiume Kundysh. Nel 1988, ha preso parte alle mostre retrospettive del gruppo “Fact” a Mosca intitolate “On the Kashirka”. Dal 1989 Chilikov ha lavorato a una serie di viaggi sulle città dell’Unione Sovietica. Ha esposto i suoi saggi fotografici “Photo Provocations”, “The Countryside Glam”, “The Beach”, “The Gambling”, “The Philosophy of a Journey” alla “Photobiennale” di Mosca e ai “Les Rencontres d’Arles” in Francia.

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Sergey Chilikov è morto nel 2020, ma il suo lavoro continua a essere celebrato e studiato. La sua capacità di raccontare storie attraverso immagini di grande potenza visiva, unite a una profonda sensibilità filosofica e umana, lo hanno reso uno dei fotografi più significativi della Russia contemporanea. Attraverso le sue “provocazioni fotografiche“, Chilikov ha aperto una finestra su un mondo complesso e contraddittorio, invitando lo spettatore a riflettere, ridere e, soprattutto, a non smettere mai di interrogarsi su ciò che si vede.

Lo stile fotografico di Sergey Chilikov

Il lavoro fotografico di Chilikov si discosta dall’estetica di matrice statale del realismo socialista. Tralasciando il linguaggio visivo dell’epoca, il fotografo russo si è concentrato sugli aspetti più surreali e, spesso, grotteschi della vita quotidiana. Chilikov ha saputo creare un linguaggio unico, che ha reso i suoi scatti simbolo di un’epoca di transizione e ribellione culturale. Le sue immagini catturano una Russia intrappolata tra il passato sovietico e il futuro incerto della modernità, e lo fanno attraverso una costante ironia.

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Un aspetto fondamentale del lavoro di Chilikov è il suo interesse per la vita di provincia. Mentre molti artisti russi si sono concentrati sulle città metropolitane, Chilikov ha esplorato il cuore della Russia rurale, immortalando personaggi e ambienti che non avrebbero trovato spazio nelle narrazioni ufficiali. Le sue immagini non sono mai puramente documentarie; sono piuttosto visioni, che giocano con le contraddizioni e le ambiguità, rappresentando una realtà che appare sospesa tra il tragico e il comico.

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Il progetto “Photoprovocations”

Uno dei progetti più famosi di Chilikov è la serie “Photoprovocations”, realizzata tra gli anni ’80 e ’90. Le immagini di questa serie mostrano una Russia lontana dalle grandi città e dal potere centrale, con ritratti di personaggi eccentrici, in situazioni spesso assurde e ironiche. Uomini e donne di provincia vengono catturati in momenti di intimità o di svago, con una spontaneità che contrasta con la rigidità del mondo che li circonda.

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La Russia post-sovietica

Con il crollo dell’Unione Sovietica, Chilikov ha continuato a documentare la vita russa, spostando però il suo interesse verso l’impatto che la modernizzazione e la globalizzazione hanno avuto sulle persone. Nelle sue fotografie post-sovietiche si percepisce un senso di disorientamento. Il cambiamento sociale ed economico si riflette nei volti e nei corpi dei suoi soggetti, che sembrano ancora cercare un’identità in una realtà che cambia rapidamente intorno a loro. Le immagini di questa fase riflettono una tensione tra il vecchio e il nuovo, tra una Russia nostalgica del passato e una Russia che cerca, spesso senza successo, di abbracciare il futuro.

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Sono un fotografo e blogger italiano. Dopo essermi laureato in legge, ho lasciato tutto per seguire la mia passione: la fotografia. Da allora vivo in giro per il mondo, affiancando al lavoro fotografico un'attività' di docenza.

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