In questo articolo scopriremo qual è la prima foto di un gatto della storia e come le foto di gatti divertenti diventarono una moda già a partire dal 1870.
Molti potrebbero pensare che l’ossessione per le foto di gatti sia iniziata con i social network. In realtà, i social hanno solo moltiplicato a dismisura la passione per questi felini, che ha radici molto lontane. Oltre alle numerose raffigurazioni pittoriche e scultorea della storia dell’arte, le prime immagini fotografiche di gatti, giunte fino ai nostri giorni, risalgono alla fine del 1840 .
Qual è la prima fotografia di un gatto della storia?
Nessuno può saper con certezza quale sia stata la prima fotografia di un gatto della storia. Dobbiamo tenere in considerazione che molti dei primi dagherrotipi sono stati distrutti dal tempo. Probabilmente la fotografia più antica di un gatto, giunta ai nostri giorni, è un dagherrotipo che ritrae un gatto che beve del latte da un piattino. Il dagherrotipo risale risale a un periodo tra il 1840-1860 e fa parte della collezione della Biblioteca Houghton, dell’Università di Harvard.
Il dagherrotipo è un processo fotografico che fornisce un’unica copia positiva, non riproducibile, su supporto in argento o rame argentato, precedentemente sensibilizzato in camera oscura con vapori di iodio. I primi dagherrotipi (quelli tra il 1839 e il 1845) impiegavano più di 90 secondi di tempo per catturare un’immagine. Pertanto risultava quasi impossibile fotografare dei gatti. Dopo il 1845, con l’aggiunta dei vapori di bromo al processo, il tempo di esposizione dello scatto si è notevolmente ridotto (fino a giungere a pochi secondi). Conseguentemente a questo miglioramento tecnico sono apparse anche le prime immagini fotografiche di gatti. Esistono altri 4 dagherrotipi, che risalgono allo stesso periodo.
Due foto di uomini con un gatto (uno dei quali cieco), una foto di una donna con in braccio un gatto e un ritratto di un gatto che osserva dalla finestra.
Le foto dei gatti diventano divertenti
L’invenzione della tecnica del collodio umido ha aperto la fotografia a una platea sempre più ampia di persone. I tempi più rapidi d’esposizione di questo processo, inoltre, hanno portato a una maggiore sperimentazione stilistica.
Capostipite delle immagini divertenti dei gattini è stato il fotografo inglese Harry Pointer (1822-1889). Durante la sua attività Potter ha scattato circa 200 foto dei suoi gioviali “Brighton Cats“. Pointer ha iniziato la sua carriera scattando foto naturalistiche di gatti, ma a partire degli anni 70 ha iniziato a posizionare i suoi gatti in posizioni umoristiche e insolite.
Nascono i primi meme fotografici di gatti
Il termine “meme“, deriva dal greco “mimēma”, che significa: imitazione. La parola è stata coniata dal divulgatore scientifico Richard Dawkins nel libro “Il gene egoista” (1976), in riferimento al tentativo di spiegare il modo in cui le informazioni culturali si diffondono. Nel concetto originario di Meme vi è la concezione che un’idea possa essere scartata e che altre possano riscontrare grande successo. Oggi nell’ambito del web, per meme intendiamo un tormentone che si diffonde in maniera virale sul web. In genere i meme hanno la forma di un’immagine, una GIF o un video, associata a una parola o una frase declinata in maniera spiritosa.
Harry Pointer già nel 1870 si rese conto di come una fotografia divertente di gatto potesse diventare ancora più accattivante con l‘aggiunta di una didascalia, che ne rimarcasse il carattere ironico. Nascevano i primi precursori dei meme fotografici raffiguranti gatti. Ovviamente all’epoca mancava una piattaforma come internet, di comunicazione simultanea e condivisione. Le fotografie umoristiche con i testi vennero vendute da Pointer come biglietti di auguri e ottennero un gran successo commerciale.
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