La fotografia di Stephen Shore

Il fotografo americano Stephen Shore è considerato uno dei grandi maestri della fotografia viventi, uno dei pionieri della moderna fotografia a colori e vernacolare.

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La vita di Stephen Shore

Stephen Shore nasce a New York nel 1947. Figlio unico di una famiglia ebrea che gestiva un’azienda di borse, Stephen si avvicina al mondo della fotografia in giovanissima età. Lo zio gli regala un kit da camera oscura all’età di soli 6 anni. Tre anni dopo inizia a realizzare le sue prime fotografie con una fotocamera 35 mm. A dieci anni riceve in regalo un libro che lo influenzerà notevolmente: American Photographs, del fotografo americano Walker Evans.

La sua carriera inizia a soli quattordici anni, quando presenta le sue immagini ad Edward Steichen, allora curatore del dipartimento di fotografia del Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Riconoscendo il talento di Shore, Steichen acquista tre fotografie in bianco e nero di New York. A sedici anni, incontra Andy Warhol e inizia a frequentare il suo studio, fotografando Warhol e gli altri artisti che lo circondavano. Shore inizia a usare pellicole a colori, in parallelo con autori quali William Eggleston, Luigi Ghirri y Joel Meyerowitz. Nel 1971, il fotografo americano diventa il secondo fotografo vivente cui viene organizzata una mostra personale al Metropolitan Museum of Art.

stephen shore fotografia paesaggio americano

American Surfaces

A partire del 1973, viaggia attraverso gli States durante due anni. Al ritorno pubblica il libro “American Surfaces”, una delle sue raccolte fotografiche più famose. Usando una camera 35mm e delle pellicole a colori, Shore fotografa tutto quello che incontra in viaggio: i pasti consumati, le persone,le strade, i motel, le automobili, i paesaggi urbani. Una straordinaria esplorazione dei “posti comuni” americani, che rendono protagonisti i dettagli che abitualmente passano inosservati. Le immagini di Shore ci restituiscono una visione ironica e disincantata di un’America vittima dei suoi stessi prodotti. Esposto per la prima volta alla Light Gallery di New York, il diario visivo del viaggio americano di Shore, confuse inevitabilmente la critica. Le centinaia di fotografie a colori erano, infatti, in netto contrasto con le stampe formali in bianco e nero, che all’epoca venivano riconosciute come fotografie d’arte. Nonostante le recensioni sfavorevoli, la serie viene acquistata nella sua interezza da Weston Naef, allora curatore del dipartimento di fotografia del Metropolitan Museum di New York, dove attualmente risiedono 220 fotografie.

La mostra New Topographics

Nel 1975, Stephen Shore fa parte della celebre esposizione “New Topographics: Photographs of a Man-Altered Landscape”, curata da William Jenkins presso la George Eastman House di Rochester, New York. La mostra entrata nella storia della fotografia, ha favorito un diverso approccio, più distaccato e meno spettacolare, nella rappresentazione del paesaggio. Tutti i fotografi selezionati per questa esibizione( Rober Adams, Lewis Baltz, Joe Deal, Frank Gohlke, Nichola Nixon, John Schott e Henry Wessel, Jr., e i due coniugi tedeschi Bernd e Hilla Becher ) presentarono foto in bianco e nero ad eccezione del lavoro a colori di Stephen Shore.

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Uncommon Places

Dalla seconda serie di viaggi nasce il libro “Uncommon Places”. Originariamente pubblicato nel 1982, il libro ha influenzato più di una generazione di fotografi. Shore è stato tra i primi artisti a portare il colore oltre l’uso pubblicitario e di moda, il suo lavoro in grande formato sul paesaggio vernacolare americano esplora senza enfasi gli effetti della cultura del consumo sul paesaggio americano.

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Uncommon Places stephen shore

Nel 1982 viene nominato direttore del Photography Program del Bard College di Annandale-on-Hudson, nello stato di New York. Vincitore della Guggenheim Fellowship e di quattro sovvenzioni del National Endowment for the Arts. il lavoro di Shore e’ stato esposto in prestigiose esibizioni in America e all’estero. Nel 2017, il Museum of Modern Art ha organizzato una grande mostra retrospettiva del suo lavoro. Il lavoro di Stephen Shore ha influenzato molti fotografi, tra i quali possiamo ricordare Martin Parr e Thomas Struth.

stephen shore maestro della fotografia

Lo stile del fotografo Stephen Shore

Stephen Shore è uno dei fotografi più significativi del nostro tempo. Nell’arco della sua lunga e precoce carriera ha sviluppato un importante corpus di opere di enorme importanza, sintetizzando vari impulsi, tendenze e tradizioni. Le caratteristiche del suo lavoro fotografico possono essere racchiuse in questi elementi: l’uso seriale delle immagini, il riferimento a un quadro concettuale, l’attenzione verso ciò che sembra banale, verso il quotidiano, la standardizzazione e i prodotti della cultura di massa e la riappropriazione estetica della fotografia amatoriale e instantanea. Le sue immagini hanno guardato alla cultura americana e alla complessità del paesaggio con un rinnovato linguaggio.

Sebbene le fotografie di Shore appaiono spesso come fossero delle istantanee non studiate, ad un esame più attento, risultano accuratamente calcolate ed equilibrate. Le sue immagini mostrano una profonda considerazione dell’inquadratura, delle linee e dei colori scelti per enfatizzare le qualità formali dei luoghi o degli oggetti all’interno della cornice fotografica. Il lavoro di Shore ha rappresentato una profonda innovazione nel sistema delle convenzioni stilistiche e tematiche della fotografia, aprendo la strada a nuove esplorazioni.

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La citazione

“Una fotografia ha bordi, il mondo no”….”Penso che i fotografi più seri comprendano che esiste un grande divario tra il mondo e come lo stesso appare attraverso una fotografia”.

Fotocamere usate da Stephen Shore

Durante il suo lavoro di fotografo, Stephen Shore è passato dall’utilizzo di macchine fotografiche automatiche economiche, alle macchine fotografiche di grande formato. Dopo aver sperimentato con una macchina fotografica giocattolo con la forma di Topolino, il fotografo americano ha usato una Rollei 35 per American Surfaces, per poi utilizzare una Crown Graphic 4 x 5, e successivamente una grande formato 8 x 10. Quasi tutte le foto degli “Uncommon Places” sono state, scattate con una camera di grande formato Deardorff 8 x 10 e un obiettivo G-Claron da 305 mm. A seconda della situazione e del progetto, tuttavia, Shore si è avvalso dell’uso di diverse fotocamere, non disdegnando di provare con la fotografia digitale: tra queste possiamo ricordare la Nikon D3, la Canon Mark III e le fotocamere 4 × 5 con un dorso Leaf.

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Per conoscere altri grandi maestri della fotografia

Se volete vedere il lavoro di altri maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.

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Il fotografo americano Stephen Shore è considerato uno dei grandi maestri della fotografia viventi, uno dei pionieri della moderna fotografia a colori e vernacolare.
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