La fotografia di Masahisa Fukase

Masahisa Fukase (1934-2012) è un fotografo giapponese, famoso per un’uso della fotografia ossessivo, intenso e profondamente introspettivo. Nell’arco della sua carriera il fotografo ha ritratto incessantemente sua moglie Yoko dal giorno in cui si sono incontrati fino al giorno del suo addio.

La vita di Masahisa Fukase

Masahisa Fukase nasce il 25 febbraio 1934 a Bifuka, Hokkaido da una famiglia che gestiva uno studio fotografico di successo nella piccola città. Si trasferisce a Tokyo dal 1950. Nel 1961 pubblica Kill the Pigs, una serie costituita da fotografie effettuate nel corso di ripetute visite al macello Shibaura di Tokyo.

 

Dopo aver lavorato per diverse riviste come Camera Mainichi, Asahi Camera, Asahi Journal e Mashida, pubblica il suo primo photobook, “Yugi”, nel 1971. Il libro viene positivamente accolto dalla critica d’arte di Tokyo e il suo lavoro inizia a vendere. Nel 1974, Fukase viene esposto in una mostra sulla nuova arte giapponese al MoMA.

Fotografi di Masahisa Fukase

 

Il libro Karasu (The Solitude of Ravens)

Il più noto lavoro di Masahisa Fukase, “Karasu (The Solitude of Ravens)”, è un gioiello doloroso, oscuro e cupo. Il libro nasce sotto la spinta emotiva della perdita dell’amore. Fukase, dopo essere stato lasciato dalla moglie, sconsolato e triste, si dirige in treno verso la sua città natale. Guardando fuori dal finestrino del treno, sente una strana ossessione per gli stormi di corvi raccolti intorno alle varie stazioni ferroviarie. Decide di scendere. Da li inizia una raccolta fotografica che durerà dal 1976 al 1982 (anno della pubblicazione del libro).

Ravens
  • Masahisa Fukase (Author)

Un libro sorprendentemente impattante pieno di oscure figure. L’approccio di Fukase sottolinea il potere arcano degli uccelli. Il corvo richiama nella mitologica giapponese il tengu, una creatura soprannaturale imprevedibile e potenzialmente pericolosa.

Masahisa Fukase maestro della fotografia giapponese

Le fotografie ritraggono corvi e uomini che sembrano anch’essi corvi, silhouette scure e ombre introspettive e intensamente emotive che danzano un ballo disperato. Ogni immagine sembra essere un manifesto della perdita e della disperazione. Fotografie sotto esposte, dalla granulosità intensa, caratterizzate dall’uso drammatico della sfocatura. Ogni singola immagine sembra sorprendentemente simile alle altre e nello stesso tempo completamente distinta.

L’approccio fortemente metaforico e di auto-rappresentazione di “Karasu” trae origine dalla prima serie Mainichi di Fukase “A Play” dei primi anni 1970, ma in “Karasu”, il fotografo giapponese, spinge i temi centrali di isolamento, solitudine e nostalgia a nuovi livelli di profondità ed astrazione.

Nel 2010, un gruppo di cinque esperti convocati dal British Journal of Photography ha nominato “Karasu (The Solitude of Ravens)”come il miglior libro fotografico pubblicato tra il 1986 e il 2009.

Nel 1992 Masahisa Fukase subisce considerevoli traumi cerebrali in seguito a una caduta giù per le scale del suo bar preferito nella zona di Shinjuku. Entra per parecchio tempo in coma e perde molte delle funzioni vitali. Muore il 9 giugno 2012 . Fino ad oggi nessuna mostra retrospettiva è stata organizzata per commemorare il suo contributo alla fotografia.

La citazione

“Faccio foto sperando di poter fermare tutto. In questo senso, il mio lavoro può essere considerato una sorta di vendetta al dramma di vivere il presente”.

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