La fotografia di Jürgen Schadeberg

Jürgen Schadeberg è un noto fotoreporter tedesco che ha documentato alcune tra le transizioni più radicali della storia, dalla seconda guerra mondiale in Germania, fino all’Apartheid e la rivoluzione in Sudafrica.

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La vita di Jürgen Schadeberg

Jürgen Schadeberg nasce a Berlino nel 1931. Studia alla School of Optic and Photechnic di Berlino e lavora come apprendista per l’agenzia di stampa tedesca per due anni. Schadeberg emigra in Sudafrica nel 1950, all’età di 19 anni, sperando di sfuggire dagli spettri del nazismo della sua nativa Germania. Segnato dall’esperienza, incontra un Sudafrica profondamente diviso, in cui la maggioranza nera della popolazione veniva brutalmente oppressa dalla minoranza bianca. Il governo nazionalista sudafricano, che era salito al potere nel 1948 aveva avviato una politica di segregazione razziale, chamata Apartheid, che impediva l’accesso a neri, meticci e indiani ai luoghi riservati ai bianchi: dai treni agli uffici postali, dagli ospedali alle spiagge e il divieto di matrimoni misti.

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La rivista Drum

Nel 1951, Schadeberg accetta un lavoro presso la rivista “The African Drum”. Si trattava di una rivista di proprietà bianca che era orientato verso i lettori neri, ma focalizzato sul tradizionalismo africano piuttosto che sull’urbanità. Nel giro di un anno, tuttavia, il giornale viene rilevato da Jim Bailey, ribattezzato con il nome Drum e riorientato verso una tematica urbana. La rivista mescolava fotoreportage su concerti jazz, incontri di box, concorsi di bellezza e vita notturna, al giornalismo di investigazione, relazioni sui processi ai militanti dell’apartheid, articoli di denuncia su prigioni, miniere e condizioni dei lavoratori neri e indiani.Schadeberg a capo della parte fotografica, recluta e forma giovani fotografi sudafricani, come Bob Gosani, Gopal Naransamy e Peter Magubane.

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Proprio per essere uno specchio di molti aspetti della vita sudafricana degli anni cinquanta e sessanta ed esercitando un ruolo di denuncia e pressione sociale, Drum ha avuto il merito di evidenziare le condizioni lavorative di sfruttamento, il razzismo e il deterioramento della situazione sudafricana, monitorando la resistenza politica all’Apartheid e l’emergere di nuovi leader, tra cui Nelson Mandela.

Gli altri reportage

Nel 1959 Jurgen lascia Drum per intraprendere la carriera di free lance. Nel luglio dello stesso anno si unisce a una spedizione guidata dal professor Phillip V. Tobias, presidente del comitato di ricerca del Kalahari dell’Università del Witwatersrand, per studiare i San (Boscimani) ,un popolo che vive nel Kalahari (tra Sudafrica, Namibia e Botswana) e che è imparentato con i Khoikhoi, con i quali forma il gruppo Khoisan. Le immagini di questo reportage sono state pubblicate nel libro The Kalahari Bushmen Dance nel 1982.

Fifties Surfboard fotografia Jürgen Schadeberg

Nel 1964, Jurgen si trasferisce a Londra per diventare l’editore di Camera Owner, una rivista che in seguito viene chiamata Creative Camera. Dopo un periodo in Spagna, torna in Africa, nel 1972, come fotografo per Christian Aid in Botswana e in Tanzania. Nel 1973 viaggia in Senegal, Mali , Kenya e Zaire. Torna a Londra, dove dirige la mostra “Inside White Chapel” con professionisti come Ron McCormick, Leonard Freed, Charles Marriott e Chris Schwarts. Per un periodo si dedica all’insegnamento presso la Central School of Art and Design di Londra e la New School di New York. Nel 1996, una mostra retrospettiva delle sue opere si è svolta presso la Galleria nazionale sudafricana di Johannesburg. Torna per la prima volta a Johannesburg nel 1985 e assiste allo smantellamento del regime di apartheid nei primi anni ’90. Sony World Photography Awards Academy lo ha nominato come “il padre della fotografia del Sudafrica“. Ha ricevuto il Lifetime Achievement award dall’ ICP ed è entrato, nel 2018, nella prestigiosa Leica Hall of Fame Award.

Lo stile fotografico di Jürgen Schadeberg

Il Sudafrica di Schadeberg non era esclusivamente nero. Come straniero e bianco, Schadeberg è stato in grado di spostarsi tra due mondi contigui e diversi, dalle baraccopoli, all’atmosfera del campo di regate di Durban e dei suoi tea party. Le sue immagini in bianco e nero rappresentano perfettamente questa società capovolta. La formazione di Schadeberg nella fotografia è evidente nella sua competenza tecnica e nell’attenzione alle questioni formali come la composizione e illuminazione dei suoi scatti. Ma ciò che colpisce delle sue immagini è la sensibilità, il suo raccontare, essendo “vicino” al soggetto ritratto.

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La citazione

“Per me la fotografia è il mezzo più importante per conservare la storia, la conoscenza e la comprensione del passato”.

Jürgen Schadeberg fotoreporter maestro della fotografia

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