Conosciuto in tutto il mondo per il suo talento letterario, Juan Rulfo ha generato nell’arco della sua vita un interessante corpo di lavoro fotografico. Ci ha lasciato un’eredità di oltre sei mila negativi, creati nello stesso periodo della sua produzione scritta, che spaziano dai paesaggi naturali a quelli umani, dalle architetture preispaniche a quelle coloniali.
Nato nel 1917 a Sayula, nello stato di Jalisco, in Messico, Juan rimane orfano da piccolo. I suoi genitori vengono uccisi durante la rivolta dei Cristeros. Il giovane Juan va a vivere prima dalla nonna a Guadalajara, e alla sua morte in un orfanotrofio. Dal 1934 frequenta da uditore l’Antico Collegio di Sant’Ildelfonso di Città del Messico.
Le sue uniche opere letterarie pubblicate in vita sono due romanzi, El llano en llamas (1953) e Pedro Páramo(1955), entrambi diventati due classici della letteratura mondiale. Vincitore del Premio Nazionale per la Letteratura nel 1970 e del Premio Cervantes nel 1985, Rulfo è considerato il maggiore scrittore messicano del novecento.
La percezione e l’interpretazione del suo lavoro fotografico vengono inevitabilmente invase dall’universo delle immagini mentali generate dalla produzione letteraria. La malinconia è lo scenario comune delle sue storie. Le sue fotografie costituiscono un importante documento della realtà cupa delle zone rurali del Messico tra gli anni 40 e 50. Gli scatti in bianco e nero affrontano la devastazione umana e geografica, il fatalismo, la disperazione e il degrado umano di un Paese. Allo stesso tempo, Rulfo s’interessa alla fotografia di architettura e i suoi scatti raccontano la colonizzazione con uno sguardo critico.
La cura della composizione, la nitidezza della messa a fuoco e un certo romanticismo nella presentazione dei soggetti fotografati sono i tratti caratteristici della produzione stilistica del fotografo messicano.
Sebbene la fotografia sia stata molto importante per l’autore, lo stesso la riteneva come qualcosa di privato. I suoi scatti sono pertanto rimasti quasi sconosciuti fino al 1980, quando l’Istituto Nazionale di Belle Arti in Messico ha organizzato una mostra del suo lavoro fotografico.
Dopo la morte di Juan Rulfo nel 1986, la sua eredità fotografica è stata conservata dalla fondazione che prende il suo nome. A fronte di un rinnovato interesse per la fotografia di Juan Rulfo, diverse mostre sono state organizzate in giro per il mondo e sono nati due volumi dalla selezione dei suoi scatti: Juan Rulfo: Letras e imágenes, curato da Víctor Jiménez (2002) e 100 fotografías de Juan Rulfo curato da Andrew Dempsey e Daniele De Luigi (2010).
Se volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica vi rimando alla sezione del blog Fotoartistica.
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