La vita di JH Engström
Nel libro “CDG / JHE” (2007), Engström ricorre a un linguaggio visivo più sobrio, a tratti minimalista. Sessantasei immagini dell’aeroporto Parigi Charles de Gaulle (il cui codice di volo è “CDG) dai colori tendenti al grigio, come se polvere o fumo siano caduti sulla scena. L’aeroporto deserto, diventa un limbo, uno posto sospeso nel tempo che non porta da nessuna parte. Nella serie Tout Va Bien, del 2015, l’ordine delle immagini non segue una precisa cronologia o una trama lineare, ma si basa invece su associazioni emozionali, gesti e atmosfere, dal forte carattere autobiografico.
Oltre alla carriera di fotografo, Engström ha anche insegnato fotografia presso varie istituzioni, tra cui la Scuola di fotografia e cinematografia di Göteborg e l’Università di Arti, Design e Artigianato di Stoccolma. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre individuali e collettive in tutto il mondo, tra cui citiamo il Museo finlandese della fotografia (Helsinki, Finlandia, 2018), il Museo Värmlands (Svezia, 2017 e 2009); Hôtel Fontfreyde, Clermont-Ferrand (Francia, 2016); il FOAM di Amsterdam (2014); National Media Museum, Bradford (Regno Unito, 2010) e presso l’Hasselblad Center, Göteborg (Svezia, 2005). Nel 2012 una importante retrospettiva del suo lavoro è stata organizzata presso il Centre Pompidou di Parigi.
La fotografia di JH Engström
JH Engström è ampiamente considerato uno dei fotografi più interessanti della sua generazione. La sua pratica fotografica sostiene una grande libertà di espressione. A suo agio con l’istantaneo, tanto quanto con l’inquadratura messa in scena, virtuoso del bianco e nero e del colore, il fotografo svedese cattura immagini spesso imperfette e sfocate, che creano un forte senso di movimento.
Il suo stile fotografico è caratterizzato da una combinazione di realismo crudele e introspezione emotiva, che restituisce immagini dal forte impatto visivo.Dagli anni 2000, JH Engström ha iniziato a combinare differenti media, tra cui l’installazione, il video, e la scrittura. Il risultato di questo lavoro è un flusso visuale, sotto forma di monologo, di frammenti di tempo che passa inesorabilmente.
La frase di JH Engström
“Quello che cerco, è sempre una presenza. Nel cercarla, vedo sempre i miei dubbi rivelarsi. Allora, è più semplice accettare l’assenza della stessa. Non tento di provare che cosa sia. Per fare questo, non ho ancora abbastanza ricordi”.
Per conoscere altri fotografi famosi
Vi consiglio di dare uno sguardo al sito dell’artista per avere una visione completa della sua opera. Se volete vedere il lavoro dei grandi maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
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