Viviamo in un periodo di confluenza, dove le vecchie etichette riguardanti le classificazioni nel mondo della fotografia sembrano sempre di più perdere l’evidenza. Il lavoro di Luc Delahaye può essere inquadrato in questa tendenza. Il fotografo francese, nato nel 1962 a Tours, è passato da un lavoro di puro reportage di guerra a entrare prepotentemente nel mercato dell’arte.
La vita di Luc Delahaye
Delahaye inizia la sua carriera come reporter per l’agenzia fotografica Sipa Press, coprendo i conflitti bellici in Libano, Afghanistan, Ruanda, Cecenia e Jugoslavia. Dal 1994 fa parte della agenzia Magnum Photos e successivamente di Newsweek Magazine. Le sue fotografie di guerra, caratterizzate da una estrema vicinanza all’evento gli sono valse il WorldPress Photo per tre volte (1992, 1993 e 2001) e due volte la Medaglia d’oro Robert Capa per il reportage (1992, 2002).
Lo stile della opera di Luc Delahaye
Nonostante una fiorente carriera come reporter, il lavoro più recente di Luc Delahaye si stacca dalla concezione tradizionale del fotogiornalismo. Nel 2003, il fotografo francese mostrò alcune delle sue immagini della serie History in una galleria privata di New York, tra cui un ritratto splendidamente composto di un combattente talebano (vedi immagine sopra) che giaceva morto in un fossato, causando numerose polemiche. Sebbene le tematiche affrontatesiano le stesse, Delahaye analizza le vicende da una prospettiva nuova, abbandonando il sensazionalismo dell’evento, per far posto ad una visione distaccata, che viene spettacolarizzata attraverso la grandezza delle stampe. Questo nuovo linguaggio non solo mette in discussione il ruolo del reportage, in un mondo che è sempre più mediato, ma pone domande sul ruolo delle immagini della sofferenza umana in un nuovo contesto.
L’anno seguente, Delahaye ha annunciato di non essere più un fotoreporter ma un artista, e il suo lavoro ha continuato a fare eco alle fotografie concettuali su larga scala di artisti come Jeff Wall, Thomas Struth e Andreas Gursky.
Attraverso la scala maestosa, il fotografo francese dà vita a immagini pittoriche che evincono un senso di contemplazione, in costante contrasto con le tematiche di devastazione che rappresentano. La visione delle scene di guerre e di eventi globali, talvolta modificate mediante computer, proiettano gli spettatori in un nuovo mondo e invitano, ad una riflessione sul rapporto odierno tra arte, storia e documentazione.
La citazione
“Non sono mai stato veramente interessato a raccontare storie, sono più interessato alla produzione di singole immagini con forti strutture narrative, e in quel momento c’era la necessità di formalizzare chiaramente ciò che stavo sostenendo: semplicità, un po ‘di chiarezza, il rifiuto di uno “stile fotografico” e la mistificazione della realtà che ne deriva”.
Per conoscere altri fotografi famosi
Se volete vedere il lavoro di altri maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
Condividi:
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)