Kenro Izu è un fotografo giapponese di fama internazionale, conosciuto per il suo stile meditativo e per la capacità di evocare una profonda spiritualità nelle sue immagini.
La vita di Kenro Izu
Nato a Osaka nel 1949, dopo gli studi al Nihon University College of Art di Tokyo, Kenro Izu si trasferisce a New York nel 1972 per lavorare come assistente fotografo.
Due anni i più tardi apre un suo studio di still life. Considerato uno dei più esperti stampatori esistenti della tecnica del platino/palladio, Izu ha affiancato ad un prolifico lavoro commerciale, un percorso artistico fatto di diversi progetti personali.
Le sue opere sono esposte negli Stati Uniti, in Europa ed in Giappone e sono presenti nelle collezioni del Metropolitan Museum of Art, il Museum of Fine Arts di Boston, il San Francisco Museum of Modern Art e il Museum of Fine Arts di Houston e in molte altre collezioni pubbliche e private.
Viaggi spirituali e luoghi sacri
Un tema centrale nel lavoro di Kenro Izu è la ricerca della spiritualità attraverso il paesaggio e l’architettura sacra. Izu ha viaggiato in tutto il mondo per catturare immagini di luoghi che hanno un significato spirituale, come i templi di Angkor Wat in Cambogia, i siti religiosi di Lhasa in Tibet, e le antiche piramidi egizie.
Uno dei suoi progetti più celebri è la serie intitolata Sacred Places, iniziata nel 1979, che lo ha portato a fotografare siti religiosi e monumenti in Asia, Medio Oriente e Africa. Le sue immagini non sono mai semplici rappresentazioni architettoniche, ma tentano di catturare l’essenza e l’aura di eternità che circonda questi luoghi. Le fotografie di Izu trasmettono una sensazione di pace e riverenza, esaltando il rapporto tra l’uomo e lo spazio divino.I templi, le rovine e i paesaggi appaiono sospesi nel tempo, avvolti da un silenzio quasi palpabile, in un dialogo intimo tra luce e ombra, che evoca la dualità tra la vita e la morte.
Lo stile fotografico di Kenro Izu
C’è un silenzio inquietante che traspare dalle immagini di Kenro Izu, un costante viaggio attraverso le metafore della vita, della morte e del decadimento. La fotografia di Kenro Izu, tra nature morte di fiori, figure e monumenti, rivela la complessa bellezza della vita, con particolare attenzione nel cogliere gli elementi della tragedia e del decadimento.
Le pieghe e gli incavi della spina dorsale, la sinuosità dei fianchi, il profilo delle scapole, le curve e gli anfratti di schiena e ventre vengono disegnati nitidamente dal gioco delle ombre, così come i soffici petali di una rosa o le linee misteriose delle piramidi.
In contrasto con i fotografi moderni che sparano decine di foto ad ogni soggetto, Izu fotografa solo dopo un attenta riflessione. A causa, infatti, delle dimensioni dei negativi di grande formato (35,6 x 50,8 cm, le stesse dimensioni della stampa finale) e della dimensione del banco ottico, può trasportare solo pochi negativi con se.
Attraverso la sua tecnica unica, il fotografo giapponese riesce a catturare l’essenza spirituale del soggetto. Le sue stampe al platino, realizzate con un processo che utilizza sali ferrosi, creano una profondità sottile e una superficie opaca particolarmente apprezzata per la gamma quasi illimitata di tonalità di grigio.
La fotografia come riflessione sulla morte
Un altro tema ricorrente nel lavoro di Izu è la riflessione sulla mortalità. Il progetto Requiem, realizzato negli anni 2000, esplora la fragilità della vita umana attraverso la documentazione di reperti archeologici e mummie, cercando di rappresentare non solo la realtà fisica della morte, ma anche il mistero della sua presenza continua nelle nostre vite.
La frase di Kenro Izu
“La creazione di qualcosa di nuovo non è il mio interesse. Mi piace osservare molto da vicino, molto profondamente e documentare con precisione la mia visione. Cerco di usare il mio istinto, come se fossi un animale predatore. Cerco di non pensare. Resetto il pensiero e ascolto se vibra il cuore”.
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