Keith Carter: la poetica dell’ordinario

Keith Carter è un noto fotografo americano apprezzato per quello che qualcuno ha definito “realismo trascendentale”.

La vita di Keith Carter

Nato il 3 Giugno del 1948 a Madison, in Wisconsin, Keith si trasferisce all’età di tre anni con la famiglia a Beaumont, in Texas, dove la madre lavora come fotografa professionista di bambini.

Dopo essersi laureato in Business Administration presso la Lamar University di Beaumont, dal 1970 Carter inizia a lavorare su progetti personali e commerciali. Publica dodici monografie: From uncertain to blue (1988), The blue man (1990), Mojo (1992), Heaven of animals (1996), Bones (1996), Keith Carter-Twenty five year (1997), Holding venus (2000), Ezekiel’s horse (2000), Two spirits (2001), Opera nuda (2006), Dream a place of dreams (2008), A certain alchemy (2008) e Fireflies: Photographs of children (2009). Le sue foto, apparse in riviste come Esquire e Rolling Stones e nelle copertine di album dei Los Lobos e dei R.E.M, sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche.

La fotografia di Keith Carter

La fama raggiunta a livello internazionale come autore e docente della Lamar University, ha portato Carter a girare il mondo consentendogli di indagare nuove magiche realtà attraverso la poesia visiva delle sue immagini. Se inizialmente i soggetti raffigurati dal fotografo americano appartenevano, infatti, alla cerchia ristretta del suo conosciuto, col tempo la ricerca del fotografo si è arrichita non solo geograficamente, ma soprattutto per quello che concerne l’immaginazione, dando vita a una visione dove gli oggetti del mondo terreno aprono scorci di una realtà ineffabile.

La fotografia di Keith Carter riflette sui significati nascosti nel mondo reale, esplorando le relazioni senza tempo, con particolare attenzione agli enigmi e alla mitologia. Il fotografo americano, che si serve di una Hasselblad Flexbody dotata di un obiettivo di 80mm, utilizza spesso limitate profondità di campo e sfocature, al fine di infittire il mistero delle sue immagini e sottolineare con forza l’area in-focus.

Le fotografie di Carter si caratterizzano per l’alone di suggestione e inquietudine che vi traspare. Nel ritrarre luoghi, memoria, desideri e rimpianti, scavano nella profondità della realtà nella continua ricerca della poesia dell’ordinario e si soffermano nella mente come immagini di un sogno appena dimenticato.

La citazione di Keith Carter

“Fotografo fantasmi. Solitamente sono i miei, ma qualche volta appartengono ad altri“.

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