Julio Bittencourt: «In a window of Prestes Maia 911 building»

Il Brasile e le sue favelas, la povertà, l’emarginazione, le droghe, la solitudine e la violenza, sono solo alcune delle tematiche che contraddistinguono la fotografia di Julio Bittencourt.

Nato a San Paolo nel 1980, Julio Bittencourt, dopo aver vissuto per sei anni a New York, inizia la sua carriera al dipartimento fotografico di Valor Economico nel 2000, dove lavora come fotografo e assistente editor per quattro anni. Dal 2006 diventa fotoreporter freelance e collabora con riviste del calibro di Esquire, The Guardian e Le Monde.

Nel 2008 pubblica il suo primo libro «In a window of Prestes Maia 911 building». Il libro ritrae uno dei più grandi centri sociali di San Paolo, utilizzando le finestre dell’appartamento come limiti compositivi che sottolineano la diversità e la unicità di questa comunità.

Julio Bittencourt segue da vicino la storia di questo palazzo fatiscente di ben 22 piani, che rappresenta forse la più grande casa occupata nel mondo, ai cui residenti abusivi, nel marzo del 2006, viene intimato uno sfratto forzoso entro 28 giorni. Nonostante fotografi dal palazzo adiacente, il fotografo brasiliano non si intromette nella vita intima, ma sfruttando la semplicità dell’inquadratura e la ripetizione, si concentra sulle differenze umane, sottolineando l’individualità delle persone che vivono all’interno di questo blocco e la ricchezza di questa comunità minacciata.

Vi consiglio di dare uno sguardo al sito del fotografo per avere una visione completa della sua opera.

La citazione

“Sono un fotografo che si pone sempre domande e vorrei che questi dubbi emergessero anche dalle mie foto”.

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