Il background scientifico di John Chervinsky ha influenzato il suo lavoro fotografico. Il fotografo americano ha mediato i poli apparentemente opposti di arte e scienza, attraverso un’opera suggestiva, che utilizza metafore visive per investigare leggi della natura.
La vita di John Chervinsky
John Chervinsky è stato un ingegnere di fisica applicata dell’Università di Harvard e un fotografo autodidatta. Nato nel 1961 a Niagara Falls (New York), si è trasferito a Boston, dove per 18 anni ha gestito un acceleratore di particelle dell’Università di Harvard.
Se in un primo periodo la fotografia per John ha rappresentato solo un hobby, dopo la malattia della moglie nel 2001, si è convertita in una possibilità per scappare da un mondo che si stava sgretolando. Chervinsky che fino ad allora si era concentrato sulla fotografia di strada, ha cambiato il focus del suo lavoro, intraprendendo una ricerca sperimentale in studio, che esplora le possibilità della percezione visiva.
Nel 2005, Chervinsky ha tenuto la sua prima mostra al Griffin Museum. Il suo lavoro è stato esposto anche allo Spencer Museum of Art, al Georgia Museum of Art, al Fitchburg Art Museum e al John Michael Kohler Arts Center. John Chervinsky è morto nel 2015, all’età di soli 54 anni, a causa di un cancro al pancreas.
La fotografia di John Chervinsky
Il lavoro fotografico di John Chervinsky utilizza sottili metafore visive, all’interno di nature morte costruite in studio. Le fotografie della sua serie “An Experiment in Perspective” sono una combinazione di segni di gesso e oggetti reali, che sembrano essere dimostrazioni scientifiche. In realtà il fotografo statunitense gioca con le illusioni per sollevare questioni di non facile soluzione.
Ottenute puntando il banco ottico verso il punto dell’orizzonte di due lavagne che si intersecano ad angolo retto, Chervinsky combina marcature di gesso e oggetti per creare un mondo a metà strada tra il reale e l’immaginario. Un quadro di aperta narrazione che mira a fare domande, piuttosto che dare risposte.
Nella serie “Studio Physics” il fotografo americano compie un’indagine sulla natura del tempo, della luce, dello spazio e della gravità. Attraverso la composizione di nature morte che mescolano oggetti alla pittura, Chervinsky investiga il divario esistente tra la spiegazione razionale e il bisogno dell’uomo di costruire vari sistemi di credenze.
Le immagini vengono completate in due fasi. In una prima, John fotografa la natura morta e invia una sezione ritagliata del risultato ad un laboratorio in Cina, che effettua le riproduzioni in pittura ad olio. Completato il quadro viene inserito nella composizione originaria e il tutto viene fotografato nuovamente. Le immagini di Chervinsky sovvertono la natura stessa di una fotografia riuscendo a rappresentare non un singolo istante, ma il passare del tempo, che si manifesta drammaticamente attraverso il decadimento della frutta, o più sottilmente attraverso le mutevoli posizioni delle ombre.
La frase di John Chervinsky
“Il mio lavoro nasce dall’idea di illusione ottica come metafora. Produco un diverso tipo di natura morta concettuale, come se si trattasse di una dimostrazione scientifica o di un immaginario esperimento di fisica”.
Per conoscere altri fotografi famosi
Se volete vedere il lavoro dei maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
Condividi:
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)