“La magia della camera oscura mi ha aperto la porta di un nuovo mondo. Una strada che mi ha permesso di esprimere emozioni e vivere esperienze, un modo per comunicare e condividere la gioia di ogni scoperta”
Jean Jacques André è un pittore e fotografo specializzato nel nudo femminile. I corpi delle fotografie di André rivivono in atmosfere magiche ed oscure. Attraverso un’incredibile destrezza nel arte del fotomontaggio il fotografo ricrea ambienti fantastici, dove la luce e le ombre giocano un ruolo cruciale nell’esaltazione della bellezza femminile.
Jan Jacques André è nato nel 1932 a Marsiglia. La sua opera artistica subisce due grandi influenze durante l’infanzia. Da un lato la pittura simbolista del padre: attraverso gli scenari dei suoi quadri, Andrè scopre fantastiche ambientazioni e paesaggi da incubo. Dall’altro la passione per la natura e l’esplorazione delle grotte che gli serviranno a ricreare straordinari effetti di luce drammatica.
Nel 1951 Andrè emigra in Canada occidentale e nel 1954 inizia la carriera di fotografo. La ricerca di una profondità artistica, tale da rappresentare i corpi non solo nella loro bellezza, ma in una più ampia visione che include le problematiche e tenta di tradurle in emozioni e sentimenti, lo spinge ad uno uso creativo della camera oscura e del fotomontaggio. Il processo tecnico per il fotografo francese è secondario rispetto al messaggio. Le foto di Andrè si centrano sulla reazione che provoca l’immagine, sullo stato emozionale che riescono a trasmettere. Le sue opere simboliche, a tratti surrealiste si avvicinano al lavoro di Pietro Basch per le azioni dinamiche dei nudi e al delicato tocco di John Rawlings.
Ai nostri giorni il lavoro di Andrè è segnato da un passaggio a una nuova forma di espressione: la video art. Attraverso schermi e proiettori l’artista francese ricrea ambientazioni di forte impatto emotivo. La video art permette all’artista l’utilizzo di nuove ed ulteriori tecniche di sperimentazione volte all’ inserimento della figura umana in una dimensione magica ed irreale.
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