Il tempo nella fotografia

“Il denominatore comune di tutte le foto è sempre il tempo, il tempo che scivola via tra le dita, fra gli occhi, il tempo delle cose, della gente, il tempo delle luci e delle emozioni, un tempo che non sarà mai più lo stesso” (J. Sieff).

La fotografia ammazza ciò che è vivo e vivifica ciò che è morto. E’ un forma di reinventare il reale, di estrarre l’invisibile e mostrarlo. La fotografia brama il tempo, insegue il tempo, lo invidia, lo simula e lo rincorre senza afferrarlo.

Non esiste il tempo nelle fotografie, rimane solo la sua impronta, più o meno marcata. Vi sono immagini che sembrano fatte per sbriciolarsi e autodistruggersi immediatamente appena guardate una sola volta. Queste immagini diventano alleate della cancellazione della memoria. Ma è veramente possibile fermate il tempo?

Da sempre il sogno irraggiungibile dell’uomo è arrestare il degrado dei limiti, renderli immortali ed esorcizzare così la paura della morte. L’immagine lungi dall’essere specchio della realtà, diviene così fuga dal reale, nell’aspirazione di conciliare l’attimo con l’eternità, fermando il divenire.

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