Le fotografie di Julie Blackmon si concentrano sulle complessità e le contraddizioni della vita moderna. Se a prima vista sembrano armoniose rappresentazioni della vita quotidiana di un’America idealizzata del passato, ad uno sguardo più attento rivelano dettagli sconvolgenti e inaspettati.
La vita di Julie Blackmon
La fotografa americana nata nel 1966 a Springfield nel Missouri, dopo aver studiato fotografia al college decide di abbandonare la sua passione, per dedicarsi alla famiglia.
Madre di tre figli e circondata da un esercito di nipoti, Julie torna a interessarsi all’arte fotografica nel 2001, trovandosi di fronte la rivoluzione della fotografia digitale. Si iscrive ad un corso di arte presso la Missouri State University e impara l’uso di Photoshop e le tecniche di scansione e stampa digitale.
Il suo lavoro fa parte della collezione permanente del Cleveland Museum of Art, del Museum of Fine Arts di Houston, del George Eastman House International Museum of Photography, della Henry Art Gallery e della Microsoft Art Collection.
Lo stile delle foto di Julie Blackmon
Le opere della fotografa statunitense raccontano la visione di un’artista che è prima di tutto madre. Nella serie (“Mind Games”) la fotografa americana analizza i prodigi dei giochi, restituendoci un mondo onirico, fatto di un bianco e nero intenso, popolato da giovani in piscina di gomma, giocattoli, sentieri di gesso e girotondi di stoffa.
La sua seconda serie (“Domestic Vacations”), interamente a colori, ripropone sorprendenti giustapposizioni tra realtà e finzione. L’opera della Blackmon mescola sagacemente immagini reali e fiction, con una cura maniacale nei dettagli.
Le scene domestiche vengono attualizzate e reinventate grazie all’inserimento di elementi fantastici e spiazzanti. Adulti e bambini ora convivono, ora si scontrano, scambiandosi i ruoli.
Se nelle prime immagini la fotografa lavorava con una fotocamera a pellicola e scansionava gli scatti nel computer, per processare i file in Photoshop, da pochi anni Julie è passata interamente al digitale, per semplificare il suo flusso di lavoro. Scatta le sue immagini con una Hasselblad H4D-60, una fotocamera digitale da 60-megapixel.
La serie più recente di Julie Blackmon, intitolata Homegrown, segue la formula sviluppata in Domestic Vacations, dimostrando un ulteriore affinamento della tecnica per quanto riguarda la composizione e la struttura. Se tuttavia Domestic Vacations era ambientata principalmente entro i confini della casa, la nuova serie guarda anche ai luoghi attigui.
Julie Blackmon ricontestualizza i motivi classici della storia dell’arte con la cultura popolare della vita quotidiana. Influenzata dai maestri del Rinascimento olandese, in particolare dal lavoro di Jan Steen, il lavoro di Blackmon si caratterizza per immagini dalla sottile ironia e freschezza.
Proprio come nei dipinti di Steen, la fotografa nasconde dettagli e metafore che non si rivelano finché lo spettatore guarda da più vicino.
La frase di Julie Blackmon
“Lavoro come uno scrittore di fantascienza. Creo un mondo immaginario in cui è divertente entrare; mi sembra di giocare quando lo faccio….Penso che ci sia qualcosa nei bambini che si presta all’umorismo più degli adulti. Forse è quella combinazione di qualcosa di toccante e dolce, mescolato con un elemento macabro e oscurità incombente”.
Per conoscere altri grandi fotografi
Se volete vedere il lavoro dei maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
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