“Non esiste quello che vedete, esiste quello che fotografate”…”Fotografo il colore perché fortunatamente vedo a colori: ritengo il colore più difficile del bianco e nero, che è già un’invenzione perché la realtà non è mai accettata per quello che è a livello creativo e conseguentemente va reinventata. Il mio colore non è un’aggiunta cromatica al bianco e nero ma diventa un modo diverso di vedere, essendomi liberato da quelle esigenze spettacolari che hanno caratterizzato la fotografia a colori, accettando il colore come un traguardo inevitabile nell’evoluzione della fotografia”.
Franco Fontana è considerato uno dei maestri della fotografia italiana. Nato a Modena il 9 dicembre del 1933, è in poco tempo passato dalla fotografia amatoriale alla ribalta internazionale. Gli sono stati dedicati oltre 40 libri, pubblicati da editori italiani, francesi, tedeschi, svizzeri, spagnoli, americani e giapponesi. Le sue immagini sono esposte nei musei pubblici e nelle gallerie private di tutto il mondo.
La ricerca fotografica di Franco Fontana è legata all’uso del colore. Il colore è per l’artista modenese mezzo espressivo di sensazioni filosofiche, emozioni e interpretazioni. Lasciando da parte ogni tentativo di narrazione e di descrizione, il suo lavoro mira a scuotere le abitudini mentali che rendono cieco il nostro sguardo. In un mondo fotografico che viveva nella convinzione che la fotografia “alta” fosse in bianco e nero, Fontana entra di prepotenza con i suoi colori sgargianti ridefinendone i confini.
Un colore vivo, reale e astratto allo stesso tempo, che accenna a strutture geometriche essenziali. Sue fonti d’ispirazione sono la natura e la luce. Paesaggi dove l’uomo è un’ombra che si confonde, dove i corpi e gli oggetti assumono la leggerezza e l’inconsistenza di fantasmi che vagano nell’infinito.
Gli scatti di Fontana cancellano per evidenziare. Ogni situazione appare come la sintesi delle cose, per realizzare il passaggio del ripreso da oggetto a soggetto. Immagini, che più che illustrare o rappresentare, badano ad esprimere, segnalare e interpretare ciò che abbiamo di fronte. Di seguito un’interessante intervista al maestro.
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