Il mercato dell’arte dipende da una molteplicità di fattori, che rappresentano una specificità di questo mondo. Si tratta di un mercato complicato e diverso da quello finanziario, con poche regole, dove l’illiquidità è la norma e bassa la trasparenza. Un sistema caratterizzato da asimmetria informativa tra gli addetti ai lavori e il pubblico. Per investire in arte, pertanto, non è sufficiente saper riconoscere un’opera e stimarne il possibile valore economico (cosa già di per se tutt’altro che facile), ma bisogna soprattutto conoscere il mercato e comprendere i meccanismi economici su cui si regge.
In questo periodo in cui i tradizionali asset finanziari come le azioni e le obbligazioni, non hanno ottenuto i risultati attesi, l’esigenza di rivolgersi ad altri mercati ha assunto maggior vigore. Di conseguenza, l’acquisto di un’opera d’arte, una volta appannaggio di una ristretta élite di ricchi appassionati, ha interessato un pubblico sempre maggiore di investitori. Il mercato dell’arte negli ultimi anni è, inoltre, andato incontro a profondi cambiamenti dovuti alla grande globalizzazione e alle conseguenti enormi risorse finanziare confluite. Si è internazionalizzato e ha incluso al suo interno nuove figure che si sono affiancate a quelle tradizionali.
COME SI CALCOLA IL VALORE DI UN OPERA D’ARTE
Bisogna tener chiaro in mente che, il valore economico di un’opera non sempre riflette la rilevanza artistica e culturale della stessa. Il valore è il risultato di un processo complesso e spesso dominato da dinamiche non lineari. Non solo saranno importanti elementi come chi è l’autore e che ruolo ha nell’arte, l’autenticità dell’opera, la tecnica, le misure dell’opera, il curriculum espositivo, la rarefazione della produzione, ma anche saranno determinanti, nell’influenzarne il prezzo, gli operati di figure estrinseche all’opera, come critici, direttori dei musei, curatori dei musei e media.
MERCATO PRIMARIO E MERCATO SECONDARIO
Gli investitori interessati al campo dell’arte hanno a loro disposizione due differenti canali di accesso: il primario e il secondario. Il primario risulta spesso difficile da attuare, in quanto di solito è riservato ai galleristi che intrattengono con gli artisti rapporti diretti, finanziandone il lavoro e programmandone la carriera. Questi si difendono dalla possibilità d’intrusione di terzi per mezzo di contratti di esclusiva che stipulano con gli artisti (ti rimano a un altro articolo per capire come operano le gallerie d’arte). L’accesso al mercato dell’arte più utilizzato da collezionisti e investitori è, pertanto, quello del mercato secondario (gallerie, fiere e case d’asta). L’investimento in arte richiede un periodo medio di possesso abbastanza lungo (almeno 5-10 anni) e il carico d’oneri come il rischio di danneggiamento, deterioramento, furto, incendio e distruzione. Per quanto riguarda le polizze assicurative che abitualmente vengono contratte, sono di due tipologie: quella a valore dichiarato e quella a stima accettata.
IL MERCATO FOTOGRAFICO
La fotografia è una forma d’arte ormai consolidata, ma molto giovane nel mercato. La fotografia d’arte sta conoscendo una vera e propria consacrazione dal punto di vista delle quotazioni (in questo articolo puoi vedere le tre fotografie più care acquistate all’asta).L’interesse del mercato verso la fotografia è sempre maggiore e gli spazi espositivi e i festival a essa dedicati si vanno moltiplicando.
Rhein II Andreas Gursky |
Le fotografie contemporanee hanno prezzi considerevolmente inferiori ai dipinti e alle sculture dei più importanti nomi del mercato dell’arte. Pertanto molti collezionisti hanno visto nel mercato fotografico una nuova opportunità d’investimento. Tuttavia, chiunque voglia avventurarsi in questo settore, ne deve comprendere alcune fondamentali caratteristiche.
PROBLEMATICHE DEL MERCATO FOTOGRAFICO
In arte si parla di autentico per indicare l’originale. La fotografia è un’arte riproducibile. Walter Benjamin nel suo saggio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, parlava di “dissolvenza dell’aura“, intendendo per “aura”, quel valore aggiunto e cultuale (di culto) dato dall’hic et nunc, il qui e ora di un’opera, considerata nella sua unicità. Per aggirare questa problematica e non rendere saturo il mercato di una stessa immagine, svalutandone così il valore, si suole usare un’edizione limitata della stessa. Con il termine edizione s’indica quante volte è stata stampata un’immagine. Definito il numero degli esemplari che comporranno l’edizione, i fogli vengono numerati in uno dei due angoli inferiori della stampa. La numerazione è composta, solitamente, da due cifre in numeri arabi separate da un trattino diagonale, X/Y. Prima di comprare sarebbe opportuno verificare se esistano copie della stessa stampa in diverse dimensioni. Inoltre le copie saranno firmate o timbrate dall’artista per autenticarne la paternità.
LE PROVE D’ARTISTA E IL VINTAGE
A queste tirature dobbiamo aggiungere, le Prove d’Artista, una volta escluse dal mercato e destinate ad amici, critici e collaboratori. Normalmente le prove d’artista sono un massimo di tre e vengono numerate, a differenza degli altri esemplari dell’edizione, con numeri romani. Peculiarità del mercato fotografico è anche il cosiddetto Vintage. Per Vintage s’intende la stampa eseguita a distanza temporale ravvicinata allo scatto. Dunque una sorta di stampa eccezionale vicina al periodo in cui l’artista ha deciso di immortalare quel preciso momento e quindi anche maggiormente attinente al reale pensiero del fotografo in materia di esecuzione e di risultato.
IL MERCATO DELLA FOTOGRAFIA IN ITALIA
In Italia il mercato della fotografia stenta a decollare. Diverse sono le cause e sicuramente ne affronterò in dettaglio le problematiche in un altro post. Ma riassumendo all’osso possiamo dire che in Italia manchi una cultura fotografica generalizzata. Inoltre i nostri autori non sono difesi da un riconoscimento istituzionale e spesso gli intermediari si dimostrano più attenti alla resa economica nel breve periodo che non nel lungo tempo.
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