Il principio di funzionamento dei filtri colorati è abbastanza semplice: collocando davanti all’obiettivo un filtro colorato, possiamo bloccare il passaggio di determinate lunghezze d’onda. I filtri a colori seguono una regola generale secondo la quale ogni filtro schiarisce il suo colore e scurisce il colore complementare. Per capire facilmente tale funzionamento possiamo avvalerci della ruota dei colori (vedi in basso).
Con l’avvento del digitale cambia solo l’approccio alla tecnica: non si collocano più i filtri colorati davanti l’ottica, ma si aggiungono in post-produzione. Risulta, tuttavia, ancora molto importante comprenderne l’uso, sia che si fotografi in pellicola, soprattutto in bianco e nero, sia in digitale, per consentire un uso responsabile del filtraggio in post-produzione. I filtri colorati assumono alla funzione di rendere la curva di trasmissione spettrale della pellicola simile a quella dell’occhio umano.
La nostra capacità visiva (vedi immagine sopra) carente nella zona del violetto e dell’azzurro, cresce in corrispondenza del verde e del giallo e decresce nuovamente nella zona del rosso. Di contro, la curva di sensibilità spettrale della pellicola è molto diversa. Risulta più sensibile all’ultravioletto, dando causa alle velature e all’effetto foschia, che si verificano in presenza di forte irraggiamento solare e che rendono, in alcuni casi, necessaria l’adozione dei filtri UV. Inoltre, la pellicola è più sensibile all’azzurro di quanto non lo sia l’occhio umano.
I filtri assolvono, ancora, alla funzione di trasformare in contrasto tonale ciò che il nostro occhio percepisce come contrasto cromatico (questo è di fondamentale importanza nella fotografia in bianco e nero) ed esaltano la separazione tonale all’interno delle lunghezze d’onda trasmesse dal filtro stesso. Pertanto, se in un’immagine avremo della vegetazione, l’uso di un filtro verde non soltanto schiarisce i toni delle foglie, ma produce una vasta varietà di grigi dove il nostro occhio percepisce solo un verde uniforme.
Nello specifico se usiamo il Filtro giallo rendiamo la curva di risposta spettrale della pellicola molto simile alla curva della visuale umana. Nella fotografia paesaggistica ciò provoca una migliore leggibilità delle nuvole e nel ritratto un moderato schiarire della pelle. L’uso del Filtro verde rende i blu più scuri ed i verdi più chiari. Nell’immagini di paesaggio provoca uno schiarimento ed un ampliamento dei toni della vegetazione. Nella fotografia ritrattistica serve a drammatizzare l’immagine, mettendo in evidenza i difetti.
Il Filtro arancio scurisce il cielo e la vegetazione di colore verde. Crea effetti suggestivi in autunno, quando le foglie assumono la colorazione di varie sfumature sul giallo, verde e rosso. Nel ritratto si utilizza per nascondere i difetti della pelle. Il Filtro rosso rende più scuri i blu e i rossi più chiari. Viene usato per scurire drammaticamente il cielo o per rendere la vegetazione sul nero. Nel ritratto serve a schiarire i capelli castani o rossi e rendere la pelle quasi evanescente (risulta, pertanto, ideale nel glamour). Il Filtro blu rende i blu più chiari e i rossi più scuri. Nella fotografia paesaggistica comporta la scomparsa delle nubi. Inoltre, nella fotografia in studio serve a correggere l’eccesso di rosso causato dalle lampade al tungsteno.
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ottimi consigli chiari e succinti !!!