Fotografo dell’intimità e allo stesso tempo delle grandi distanze, Emmet Gowin nasce nel 1941 a Danville, in Virginia, da un pastore metodista e un’organista.
Dopo aver studiato con la leggenda modernista Harry Callahan presso la Rhode Island School of Design, dove ha ricevuto il suo MFA, Gowin si guadagna l’attenzione del grande pubblico nel 1970, grazie ai ritratti intimi della moglie (Edith) e della famiglia acquisita.
Attraverso un bianco e nero drammatico nelle differenze tra luce e ombra, Gowin dà vita a ritratti che rappresentano profondi sentimenti, che sublimano la quotidianità della vita per immortalarne l’elegiaca essenza. La maggior parte di queste immagini sono state scattate con una fotocamera 4 x 5 su un treppiede, una situazione in cui sia il soggetto e che il fotografo si vedono e si sentono entrambi parte del quadro.
Dopo la morte della nonna di Edith il fotografo americano volge il suo sguardo verso il paesaggio, scattando fotografie aeree di luoghi modificati dall’uomo. Emmet Gowin, attraverso delle riprese aeree, trascende i tratti riconoscibili del paesaggio. Immagini potenti, di una bellezza crudele, che astraggono le miniere d’oro, i pozzi di carbone,i campi di battaglia e i siti per esperimenti atomici, per concentrarsi sulle orrende e affascinanti cicatrici della terra.
Vincitore di una Guggenheim Fellowship, due National Endowment for the Arts e della Pew Fellowship for the Arts, parallelamente alla sua carriera artistica di successo, Gowin ha insegnato per 36 anni a Princeton, influenzando intere generazioni di fotografi.
Le sue fotografie in bianco e nero, incluse in importanti collezioni di tutto il mondo, sono state esposte tra l’altro al Museum of Modern Art (MOMA), nella Corcorcan Gallery of Art di Washington e nel Philadelphia Museum of Art.
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