La fotografa canadese Amy Friend, con la serie intitolata “Dare alla Luce”, rivisita delle antiche fotografie vernacolari, aggiungendo, tramite dei piccoli fori di luce, un nuova stratificazione di significati.
La vita di Amy Friend
Amy Friend nasce nel 1974, da una famiglia di origini italiane (i nonni materni erano italiani) nella periferia di Windsor, in Canada, dove il fiume Detroit incontra il lago St. Clair. Amy studia all’Ontario College of Art and Design, per poi laurearsi presso la York University, e conseguire un master presso l’Università di Windsor.
Inizia la sua carriera artistica come pittrice, per poi passare in un secondo momento alla fotografia. Attualmente è professoressa presso il Dipartimento di Arti Visive della Brock University, in Canada. Il suo lavoro è stato pubblicato in diverse riviste, quli Creative Block, EnRoute Magazine, LENS magazine (China), The Walrus e & Magazine (Israel). Ha esposto sia a livello nazionale, che internazionale e ha ricevuto borse di studio dal Canada Council for the Arts e dall’Ontario Arts Council.
La serie fotografica “Dare alla Luce”
La fotografia di Amy friend non investiga realtà concrete, quanto piuttosto la sottile relazione tra ciò che è visibile e non. La luce trasforma la nostra percezione delle forme e dei volumi, ma la luce ha anche un significato simbolico di vita, purezza e spiritualità. Nella serie intitolata “Dare alla Luce”, Amy Friend raccoglie delle fotografie antiche degli anni 20, 30 e 40 (trovate negli album di famiglia, scoperte in mercatini o acquistate online) che modifica attraverso dei piccoli fori retro illuminati.
Nella serie “Dare alla Luce” incontriamo più volte la luce. C’è la luce che ha dato vita alle vecchie immagini fotografiche e quella che adesso filtra attraverso i fori delle nuove. Le due si mescolano, diventando non solo uno strumento letterale, ma anche metaforico. I piccoli bagliori rappresentano un confronto sia della presenza, sia dell’assenza. Le immagini della serie evocano, infatti, l’esistenza dei significati delle vecchie foto, ma allo stesso tempo parlano inevitabilmente della perdita del loro significato precedente. Nuove narrazioni e connessioni vengono suggerite dalle macchie di luce. In un gioco di rivelazione e occultamento, frutto di un’intrigante combinazione tra la nostalgia e la spiritualità, le immagini vengono distrutte per rinascere in una nuova veste, esteticamente invitante e altamente poetica.
La Citazione
“Trovo che la fotografia sia intrinsecamente transitoria, eppure allo stesso tempo rimane statica….Non sono mai stata veramente interessata a quella che chiamo una “fotografia concreta”. Non intendo usare la fotocamera per registrare una copia diretta della realtà. Amo il potenziale di una foto ed è in questo potenziale, in questa interruzione, che mi concentro”.
Per conoscere altri fotografi famosi
Vi consiglio di dare uno sguardo al sito web di Amy Friend per avere una visione completa della sua opera. Se volete vedere il lavoro di altri maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica.
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Decisamente affascinante. Io avevo realizzato, diversi anni fa, un qualcosa di simile, usando però le foto della mia famiglia che tenevo appese in camera con l’effetto delle luci che filtravano attraverso i fori delle tapparelle, quindi in modo naturale, senza agire direttamente sulle foto. Così era nato Lightroots, segni di luce nelle stanze dell’io. Ricordo l’emozione di quel portfolio….
Sono foto davvero bellissime. Adoro questo effetto scintillio. Che non è semplice da catturare. Da sempre un’aria di magico.