“Amo le persone che ho fotografato. Voglio dire, sono miei amici. Non ho mai conosciuto la maggior parte di loro o non li conosco affatto, ma attraverso le mie immagini vivo con loro”.
Considerato uno dei massimi esponenti viventi della Street Photography, Bruce Gilden è membro della prestigiosa agenzia Magnum Photos dal 1998. Famoso per i suoi metodi poco ortodossi, Gilden fotografa “in faccia” ai suoi soggetti, provocandone volutamente una reazione.
Vita e opera di Bruce Gilden
Nato a Brooklyn, New York, nel 1946, Gilden studia sociologia presso la Penn State University, prima interessarsi alla fotografia. Compra una macchina fotografica Miranda e inizia a frequentare dei corsi notturni presso la School of Visual Arts di New York.
Ben presto trova il suo sistema di lavoro in una Leica M6 con obiettivo 28mm e l’uso di un flash esterno separato dalla camera. Il primo progetto personale a lungo termine di Gilden, dal 1968 fino alla fine degli anni ’80, vede protagonista Coney Island, la leggendaria spiaggia di New York. Le forti forme dinamiche delle immagini scattate dal fotografo statunitense nell’arco di vent’anni, riuniscono l’eccentrico e l’ordinario, sotto uno sguardo grottesco. Da questo progetto nasce il libro Coney Island, pubblicato nel 2002.
Nel 1984 Bruce Gilden inizia a lavorare ad Haiti. Attratto dalla singolare miscela di passione e apatia della gente, torna nell’isola durante dieci anni. Il lavoro fotografico, sintesi di crudeltà e fatalismo, resistenza e disperazione, viene pubblicato nel 1996 e vince il prestigioso Premio Europeo per la Fotografia. Nonostante i numerosi viaggi all’estero, Bruce Gilden torna sempre al suo progetto di vita, le strade di New York City, dove ha iniziato a fotografare nel 1981. Il lavoro a New York diventa, con il tempo, sempre più estremo. Le distanze tra il fotografo e i soggetti si riducono sempre di più. Il fotografo invade lo spazio dei passanti alla ricerca delle reazioni che nascono dal confronto. Da questo lavoro nascono due libri, “Facing New York” del 1992 e “A Beautiful Catastrophe“, del 2005.
Molto interessante è il progetto che Bruce Gilden realizza in Giappone. Gilden si concentra sul lato più scuro del Sol Levante. Le immagini di questo progetto, pubblicate nel libro “Go”, si dividono in tre categorie: le bande di Yakuza (la mafia giapponese), la vita senza tetto e i Bosozoku (le bande di teppisti motorizzati).
Legato da sempre al bianco e nero, nell’ultimo periodo Gilden si avvicina al digitale a colori. Nascono dei ritratti estremi. La strada non risulta più visibile. Le immagini sono interamente riempite da visi schiacciati da un eccessivo grandangolo. Il risultato è impattante. Gilden sceglie persone che sono state colpite dalla vita stessa (poveri, alcolizzati, senza tetto) e ne ritrae i visi indifesi, spingendo sulla bruttezza e l’eccentricità. Da questo progetto nasce il libro “Face”.
Lo stile di Bruce Gilden
Affascinato dalle persone in strada, il lavoro di Bruce Gilden si caratterizza per un uso della composizione non convenzionale, dettato dall’uso del grandangolo e dalla scelta di ricercare spesso angolazione dal basso che rendono i soggetti più grandi. Maestro assoluto nel cogliere l’energia della città, Gilden sfida i suoi soggetti. L’uso di un flash esterno aiuta a far emergere i personaggi, donando un’incredibile profondità alle immagini.
Il suo stile provoca sentimenti contrastanti e si potrebbe discutere su quanto queste immagini siano eticamente corrette. Tuttavia il risultato è spettacolare e lo stile del fotografo statunitense risulta molto imitato dalle giovani generazioni di street photography.
Premiato nel 2013 con la Guggenheim Fellowship, il lavoro del fotografo americano è stato esposto in tutto il mondo e fa parte di molte collezioni permanenti, tra le tante quelle del MOMA, del Victoria & Albert Museum di Londra e del Museo Metropolitano di Tokyo.
Vi consiglio di dare uno sguardo alla pagina web dell’artista per avere una visione completa della sua opera. Se volete vedere il lavoro di altri maestri della fotografia vi rimando alla sezione Maestri della fotografia. Se, invece, volete approfondire le nuove correnti fotografiche e i nuovi autori della fotografia artistica, vi rimando alla sezione Fotografia Artistica. Vi invito a guardare il video in basso per vedere la metodologia di lavoro del fotografo americano.
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