Arnold Newman: il maestro del ritratto ambientale

“L’immagine fotografica non rappresenta la realtà, ma un’illusione con la quale possiamo creare il nostro mondo privato. Non facciamo fotografie con le nostre fotocamere, ma con il cuore e la mente”…”Le persone esistono nello spazio. Il secondo piano deve sommarsi alla composizione ed aiutare a comprendere il personaggio”.

Arnold Newman è considerato uno dei più grandi ritrattisti della seconda metà del ‘900. Nato a New York il 3 marzo 1918, comincia a fotografare a Filadelfia all’età di vent’anni. Dopo aver studiato arte all’Università di Miami Beach, lavora come assistente del fotografo ritrattista Leon Perskie.

Nel 1941 si trasferisce a New York, dove apre uno studio nel 1946. Scoperto dallo storico della fotografia Beaumont Newhall e dal fotografo, proprietario di una galleria ed editore, Alfred Stieglitz, Arnold ottiene importanti riconoscimenti, diventando una delle figure leggendarie della rivista LIFE.

Le sue immagini attraversano 50 anni di storia della cultura mondiale, ritraendo i volti degli esponenti di spicco della letteratura, del cinema, della musica e della politica internazionale. Si parla spesso di Newman come del maestro del “ritratto ambientale”, ovvero di quel tipo di ritratto che contestualizza il soggetto nel suo ambiente. Infatti i soggetti delle immagini di Newman vengono collocati in un ambiente studiato, che ne rifletta la personalità.

Esiste in Newman una profonda consapevolezza della personalità dell’essere umano di fronte al suo obiettivo e una grande abilità nel ritrattarne i contorni in un ambiente che rispecchi e che esalti le caratteristiche peculiari. I ritratti sebbene accomunati dallo stesso stile, non presentano la stessa identità, ma si costruiscono nella simbiosi del momento, seguendo l’istinto predatorio del ritrattista.

Immagini totalizzanti ed intense, che riescono a raccontare l’intera storia di un personaggio e il suo rapporto con il mondo in un singolo scatto. Tra i suoi ritratti più famosi quello del compositore e direttore d’orchestra Igor Stravinsky.

Stravinsky viene ripreso seduto nell’angolo sinistro inferiore della composizione, occupando uno spazio limitato rispetto al grande coperchio di un pianoforte a coda. Newman colloca il compositore come fosse un “dettaglio” di un grande spazio, conferendo all’immagine un’incredibile forza visiva. Il suo immenso contributo al mondo della fotografia è stato premiato con l’ Infinity Award for Master of Photography nel 1999 e il Lucie Award for Outstanding Achievement in Portrait Photography nel 2004. Di seguito una interessante intervista televisiva dell’artista.

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