La fotografia di Alexander Gronsky indaga l’ambiguità delle zone che si trovano al confine tra i grandi agglomerati urbani e gli spazi rurali. Laddove le città si diradano e si fa largo la natura, la neve sembra unificare il paesaggio e collegare le figure, ricoprendo e astraendo ogni superficie, al fine di appiattirne le distinzioni.
La vita di Alexander Gronsky
Nato nel 1980 a Tallinn, in Estonia, Alexander ha iniziato a lavorare come fotografo all’età di 18. Entrato a far parte dell’Agenzia Photographer.ru nel 2003, lo stesso anno è stato selezionato come finalista del Joop Swart Masterclass in Olanda.
Trasferitosi a Mosca nel 2005, è stato finalista del più grande premio russo indipendente nel campo dell’arte contemporanea, il Premio Kandinsky e nel 2009 ha vinto ha vinto il Premio Giovane Fotografo Linhof. Con la serie Pastoral (2008-2012), Gronsky ha vinto il prestigioso Aperture Portfolio Prize nel 2009.
La fotografia di Alexander Gronsky
Con i suoi scenari desolati il fotografo estone riscopre la nozione di psico-geografia e analizza gli effetti dell’ambiente circostante sulle emozioni e sui comportamenti delle persone.
Sullo sfondo una Russia fatta di ghiaccio, di macchine fuorimoda, di palazzi in rovina. La figura dell’uomo appare appena, se manca, è presente qualcosa a lui strettamente correlato: cani, macchine, panni messi ad asciugare. Immagini che trasmettono la desolazione, la solitudine e il senso di vago disagio di chi viene a trovarsi in un punto indefinito.
Attraverso uno stile minimalista, Gronsky cattura delle scene dal pregnante significato allegorico. Il suo abile uso della prospettiva e il talento per la composizione portano l’occhio dell’osservatore in profondità nella scena. Il fotografo usa una fotocamera Mamiya 7, relativamente portatile e discreta, che gli consente di non dare troppo nell’occhio.
Pastoral
Nel suo progetto fotografico intitolato Pastoral, Alexander Gronsky ritrae le zone tra la periferia di Mosca e la campagna che la circonda. Il termine Pastoral allude a un’idea di mondo perfetto, dove le persone si integrano idilliacamente con la natura. Le immagini di Gronsky, tuttavia, riportano la stranezza di questo nuovo connubio, creatosi in queste zone di confine: bagnanti che si sdraiano vicino ai cantieri o persone che passeggiano tra cumuli di detriti urbani.
La frase di Alexander Gronsky
“Guardare un’immagine è come meditare: ci vuole tempo e soprattutto totale assenza di rumori di fondo per capire davvero una fotografia”.
Per conoscere altri Maestri della fotografia
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