Albert Renger-Patzsch nasce a Würzburg il 22 Giugno del 1897 e inizia a fotografare all’età di dodici anni. Dopo il servizio militare durante la prima guerra mondiale, studia chimica al Dresden Technical College. Nei primi anni del 1920 lavora come fotografo di stampa per il Chicago Tribune, prima di diventare un libero professionista.
Il nome di Albert Renger-Patzsch è legato indissolubilmente al libro fotografico Die Welt ist schön (Il mondo è bello). Nominato professore e capo del dipartimento di fotografia pittorica della Folkwangschule di Essen, lascia la carica dopo soli due semestri a causa dell’acquisizione nazista delle arti. Albert Renger-Patzsch è considerato una delle più importanti figure della fotografia della Nuova Oggettività.
Purtroppo il suo vastissimo archivio, composto da circa 18.000 negativi, è andato quasi tutto distrutto nel 1944 durante un bombardamento aereo su Essen, dove all’epoca il fotografo viveva. Ritiratosi nella cittadina di Wamel, Renger-Patzsch si avvicina negli ultimi anni alla fotografia di paesaggio senza però rinunciare alla consueta produzione di tipo tecnico.
La fotografia di Albert Renger-Patzsch
Per comprendere la pratica fotografica del fotografo tedesco dobbiamo calarci nel periodo storico della Repubblica di Weimar, tra la fine della prima guerra mondiale e l’ascesa al potere di Hitler. In questo periodo due correnti artistiche nascono in Germania: la Bauhaus e la Nuova Oggettività. Lo stile di Albert Renger-Patzsch viene profondamente influenzato dalla Nuova Oggettività per l’ossessione nei confronti degli oggetti quotidiani e la necessita di eliminare la componentistica soggettiva.
Die Welt ist schön (Il mondo è bello)
Il libro fotografico Die Welt ist schön (Il mondo è bello), è una raccolta di cento fotografie in cui le forme naturali, i soggetti industriali e gli oggetti vengono presentati con la chiarezza delle illustrazioni scientifiche. Il titolo del libro è stato scelto dall’editore. Il titolo preferito di Renger-Patzsch per la collezione era, significativamente, Die Dinge (Le Cose). In contrasto con l’estetica pittorialista, Renger-Patzsch si mostra affascinato dagli oggetti della vita quotidiana, dai macchinari e dal paesaggio urbano e industriale. Due postulati fondamentali caratterizzano il suo lavoro: una grande attenzione ai dettagli e un costante tentativo di miglioramento degli aspetti formali, strutturali e materiali degli oggetti fotografati.
Intrisa dalla cultura industriale del periodo prebellico guglielmino e dalla moralità prussiana della razionalità, l’opera fotografica di Renger-Patzsch è un’affermazione implicita che la bellezza del mondo dipende dal come lo si guarda.
La fotografia di Renger-Patzsch dimostra, infatti, come qualsiasi oggetto, anche il più insignificante sia degno di essere fotografato e come in ogni cosa possa sussistere bellezza. Die Welt ist schön è un libro con una visione strutturata attraverso primi piani, inquadrature e angolazioni sorprendenti sulla base di rigide composizioni formali e attenzione nell’illuminazione. Attraverso le sue pagine emerge una nuova ottica, un nuovo modo di vedere gli oggetti, che eserciterà un’influenza decisiva su diverse generazioni di fotografi, tra cui Bernd e Hilla Becher, e nel contesto dell’arte e della cultura contemporanea.
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